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Un patrimonio straordinario

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Sono troppo assenti dalle cronache quotidiane di stampa e mass media. Eppure basta essere un po’ attenti e partecipi per scoprire una straordinaria realtà di persone, di gruppi e di associazioni impegnati ogni giorno per animare la realtà culturale e sociale delle nostre comunità. Ecco ad esempio l’assemblea del Centro Sportivo Italiano di Treviso, svoltasi a Treviso a Casa Toniolo nel pomeriggio di sabato 9 aprile, alla quale ho partecipato su invito del presidente confermato per il terzo quadriennio, l’amico Lelio Raffaelli. Nel mio saluto a nome della Provincia ho ricordato la storia, la dimensione educativa e dei valori, l’attualità dell’azione sportiva del CSI di Marca, in grande crescita per tante discipline, decine di società affiliate  e diverse migliaia di aderenti. E negli interventi e nella relazione del presidente non sono mancati i riferimenti alti, lo sguardo sulla vita dei giovani e le varie generazioni, l’orgoglio per un volontariato autentico speso al servizio di tutti. Ancora, venerdì 15 aprile sono intervenuto al concerto dell’Associazione musicale Toti Dal Monte nell’auditorium  Battistella Moccia di Pieve di Soligo, un momento musicale di altissimo livello con la Piccola Orchestra Veneta, Roberto Spolaore, Giada Visentin  ed Enrico Nadai. Tanta gente e molta soddisfazione per l’Associazione presieduta da Pietro Furlan, Premio Civilitas, insigne ed instancabile protagonista della vita culturale e sociale del nostro territorio. Nella serata del 16 aprile, invece, ad Oderzo, grande festa per i 15 anni di attività del complesso corale e orchestra  “In Musica Gaudium”, direttore Battista Furlan e presidente Elisa Bagolin, che ho ringraziato a anche a nome della Provincia per la loro espressione artistica di eccellenza e rara sensibilità. E poi la presenza con i Bersaglieri a Vazzola per il 60° di fondazione della sezione locale, in una grande festa di popolo che ha incontrato per tre giorni i luoghi più significativi della Grande Guerra nella Marca. Lunedì 18 aprile, infine, la tavola rotonda coordinata dal sottoscritto a Vittorio Veneto nell’ambito del percorso “Chi ama educa… alla gioia!”, con vari protagonisti del quotidiano a testimoniare la Evangelii Gaudium di Papa Francesco, chiamati dall’Azione Cattolica diocesana, associazione ecclesiale di cristiani laici che domenica 8 maggio farà partire dalla festa unitaria di Fregona le celebrazioni per i suoi 120 anni di vita.   

Il dovere della memoria

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Ricordare don Mario Gerlin e Antonio Tomasi vuol dire andare alle radici della grande storia della comunità di Pieve di Soligo, e non solo. L’ho fatto con tre brevi pensieri personali nella serata dedicata a loro dedicata di recente a Pieve, anche a nome della Provincia di Treviso. Ho detto il mio grazie ai promotori per averli pensati insieme nel segno della memoria, ho evidenziato la loro fede cristiana e la loro straordinaria generosità, ho ribadito il loro amore a Pieve e la loro capacità diffusiva del bene in tanti altri ambienti e luoghi, in Italia, in Europa e nel mondo. E la memoria è stato anche il segno distintivo del mio intervento alla cerimonia ufficiale nel cimitero di Scomigo, domenica 17 aprile, ricordando il 71° anniversario della morte di Pietro Maset, il comandante “Maso” eroe della Resistenza, medaglia d’oro al valor militare. Ho evidenziato la necessità di non dimenticare la verità di quello che è stato nella storia più tragica e sofferta del nostro Paese, ho sottolineato la grandezza dell’uomo Maso, cristiano convinto e coerente, e ho ribadito il suo essere stato “volontario per la libertà” senza dubbi ed incertezze, tra gli esempi più alti di una generazione di giovani che hanno donato a tutti gli italiani un tempo nuova di pace, libertà e democrazia.       

Marco Zabotti: “Domenica andiamo a votare, e scegliamo il SI’”

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Treviso, 15 aprile 2016

Il consigliere capogruppo in Provincia esprime la posizione di Marca Civica

Marco Zabotti: “Domenica andiamo a votare, e scegliamo il SI’”

“E’ una questione di democrazia e di partecipazione dei cittadini: il referendum di domenica 17 aprile non è pretestuoso, ma rappresenta un’espressione importante di libera scelta del corpo elettorale rispetto ad una questione ambientale di particolare valore. E’ un tema dei beni comuni, sui quali gli italiani e i veneti hanno dimostrato negli anni crescente attenzione e sensibilità, di recente proprio in occasione di un’altra consultazione referendaria sull’energia e sull’acqua”.                                                                                                                                        

Il consigliere provinciale capogruppo di Marca Civica, Marco Zabotti, annuncia la sua partecipazione al voto referendario di domenica 17 aprile e l’orientamento favorevole al “sì” della rete di amministratori e associazioni collegati, “dalla parte        dei cittadini e delle comunità del territorio, in un tempo in cui si registra purtroppo un clima di disaffezione rispetto alle vicende delle istituzioni e di scetticismo sulla possibilità di incidere sulle scelte con potere decisionale”.

Nel concreto del voto referendario, Marca Civica dice “sì” all’abrogazione della norma che permette di svolgere attività già autorizzate di ricerca e coltivazione di idrocarburi entro dodici miglia dalle linee di costa per la durata di vita utile del giacimento, invece che fino alla scadenza della concessione.                                                             “E’ un segnale preciso nella direzione di una migliore tutela ambientale di mare e coste, in favore della pesca  e del turismo – sottolinea Marco Zabotti – e di una nuova strategia per le energie rinnovabili nel nostro Paese, così come hanno sempre sostenuto le nove Regioni promotrici. E si tratta pure di far valere una sensibilità ecologica e di rispetto del creato sempre più diffusa a partire dal mondo cattolico, in linea con il magistero di papa Francesco, testimoniata dalle tante prese di posizione espresse dall’associazionismo e da vari soggetti pastorali”.

Consensi e un promo video per il Premio Giuseppe Toniolo

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Importanti novità per il progetto culturale e di turismo religioso “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”. Mentre arrivano consensi e segnalazioni per la prima edizione del Premio Giuseppe Toniolo, che prevede la cerimonia finale a Pieve di Soligo il prossimo 7 ottobre, anche un video  promuove il concorso ispirato al grande economista e sociologo cattolico, mentre sul territorio si consolida la rete di relazioni e la disponibilità di vari soggetti, anche imprenditoriali, per un programma di valorizzazione delle eccellenze della diocesi in Sinistra Piave, a partire dalla dimensione della spiritualità e della riscoperta dei tesori diffusi di arte e di fede.                                                                                                                                                               Il video promozionale per il Premio Toniolo 2016, postato su youtube e sui siti www.beatotoniolo.it e www.lazione.it, accompagna il percorso di conoscenza e sensibilizzazione del concorso ispirato al maestro del cattolicesimo proclamato Beato a Roma il 29 aprile 2012. Con questa iniziativa il gruppo operativo di coordinamento “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” ha voluto rendere ancora più efficace e diffusa la campagna di comunicazione sulle finalità e i contenuti del Premio, che per le tre sezioni “Pensiero”, “Azione & Testimoni” e “Giovani” prevede iscrizioni online entro il 31 maggio 2016 e consegna degli elaborati entro il 30 giugno 2016.  Ampio risalto alla iniziativa  del Premio – che ha il patrocinio del comune di Pieve di Soligo e della Provincia di Treviso - è stato offerto anche da sito e newsletter dell’Azione Cattolica Italiana, e dalla stesso Comitato nazionale per la canonizzazione di Giuseppe Toniolo

Parole di apprezzamento per la novità del Premio e il complessivo progetto diocesano sono arrivate anche dall’arcivescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, tra i massimi studiosi dell’insigne docente e presidente del comitato per la canonizzazione del Toniolo. E proprio Sorrentino ha assicurato la sua presenza a Pieve di Soligo il prossimo 7 giugno per presentare il suo libro “Gioia solidale”, che mette in rilievo i legami di pensiero tra Giuseppe Toniolo e la “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco.                                                                                                                                                      Il cammino tra fede e territorio “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” continua intanto a sviluppare il corso di formazione per operatori culturali e le linee di azione per un turismo religioso innovativo in rete con le comunità locali, così come emerge dalle indicazioni degli uffici della Conferenza Episcopale Triveneta e dalla stessa programmazione di settore della Regione Veneto.                                                                Dopo le positive esperienze di collaborazione con associazioni e comitati locali nel recente periodo natalizio, con accoglienza e visite nelle chiese, è stata attivata una sinergia con l’Unpli per il concorso fotografico della Primavera del Prosecco 2016 sulla riscoperta di chiese e tempietti dell’Alta Marca.  Già da tempo sono stati avviati positivi contatti e scambio di conoscenze con amministrazioni locali e soggetti istituzionali impegnati con progettualità specifiche in questo ambito.  E si sta lavorando concretamente per costruire una rete di soggetti dell’economia locale disponibili a mettere in campo intelligenze e risorse per far crescere un programma condiviso di turismo religioso in tutta l’area della diocesi, in linea con l’ispirazione tonioliana e la promozione della cultura, dell’imprenditorialità e della socialità che sono tipiche e valore originario e aggiunto del nostro territorio.   

Un tempo nuovo per la cura del bene comune

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Civici e popolari, liberi e forti

L’inquietudine è della stagione che stiamo vivendo, tra speranze e delusioni, cronache quotidiane di una devastante questione morale e timori per la tenuta sociale del sistema Italia, difficoltà economiche di famiglie e imprese, situazione internazionale alle prese con l’emergenza terrorismo, la questione  migranti, la debolezza dell’Europa  e rischi concreti di nuovi conflitti nell’area mediterranea.                                                                                                                                            Ma questo è il nostro tempo, l’oggi favorevole della storia, la stagione di vita, di opere e giorni che ci è stata affidata. Non ci sono alternative, anche e soprattutto per i cristiani laici che cercano di servire il bene comune con l’ispirazione di valori, di contenuti e di stile della DSC e del patrimonio di pensiero e di azione del movimento cattolico nel nostro Paese.                                                                                                                     Ancora una volta occorre riaffermare  fiducia e speranza, e la volontà di vincere insieme le tentazioni della lamentazione sterile, della critica  distruttiva, del disimpegno e dell’astensione. Certo, è una sfida complessa e radicale, umana e antropologica, quella che viene alimentata e manifestata ogni giorno da un sistema di “pensiero unico dominante” che marginalizza e rende difficile, possibilmente irrilevante, la presenza di una cultura popolare cristianamente fondata.                                                                                            Le stesse cronache politiche di questo periodo sembrano allargare il solco e la distanza tra cittadini e istituzioni, tra Paese legale e Paese reale, tra l’autoreferenzialità di Palazzo e l’esistenza concreta delle persone in tante aree della nostra Italia in cui ormai si parla ormai di un vero e proprio rischio di deserto sociale. Lo testimoniano il degrado di tante aree urbane, la qualità della vita che decresce il suo livello di servizi e di relazioni, l’isolamento di periferie che soffrono scollamento e solitudine. E mancano la partecipazione, il potere di decidere da parte dei cittadini.                                                                                                                                    Nonostante tutto, questo è il nostro tempo. Sicuramente è l’ora di un nuovo civismo popolare sturziano che riparta dalla cultura, dalla socialità, dai territori, in una sintesi unitaria che definisca una proposta nazionale e un richiamo europeo.  In verità, non mancano in questa fase iniziative, sperimentazioni e laboratori  di azione politica nell’ambito della cultura popolare, tutti meritori ma in qualche modo mancanti di una reale capacità di conoscenza reciproca, di collaborazione positiva, di incidenza nei mondi vitali e di ricerca di leadership autentiche adatte alla modernità.  Di certo va operato uno sforzo complessivo di sinergie tra realtà esistenti e diverse, di cooperazione, di dialogo fattivo, di animazione sui temi concreti che interessano le nostre comunità, nella società e nelle istituzioni. Queste istanze sono riconoscibili nei tratti essenziali e negli obiettivi del manifesto (datato 24 gennaio 2016, festa di S. Francesco di Sales) e della prima espressione di programma di ITALIAINSIEME.eu – Libertà popolare, il network promosso a Nordest da rappresentanze civiche e territoriali di Veneto e Friuli Venezia Giulia, e che vede insieme sin dalla partenza movimenti come Progetto per l’Italia, con sede a Roma,  ed altre espressioni di regioni come Emilia Romagna, Lombardia e Toscana.                                                               Così conclude il manifesto: “Facciamo appello a quanti vogliono unirsi noi in questo percorso, uomini e donne di buona volontà che credono fermamente nei valori di libertà e democrazia. In Italia, che è la nostra terra e la nostra storia. Insieme, perché il bene comune non è in solitudine o di pochi, ma di tutti e di ciascuno. In Europa, madre di civiltà e motore del tempo nuovo che verrà”.          

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