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TURISMO RELIGIOSO, LA BELLA NOVITA’ CHE UNISCE DUE DIOCESI

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TURISMO RELIGIOSO, LA BELLA NOVITA’ CHE UNISCE DUE DIOCESI

Convegno a Pieve di Soligo (Tv) nel pomeriggio di venerdì 7 aprile

TURISMO RELIGIOSO, LA BELLA NOVITA’ CHE UNISCE DUE DIOCESI

Tra i relatori, i Vescovi Pizziolo e Marangoni e l’assessore regionale Caner

 

“Turismo religioso – Cultura promozione e sviluppo per le nostre comunità”: è questo il titolo del convegno interdiocesano e di respiro nazionale in programma a Pieve di Soligo (Tv) venerdì 7 aprile p.v., dalle 14.45 alle 18, nell’auditorium Battistella Moccia di piazza Vittorio Emanuele II.

L’appuntamento di studio, riflessione e confronto si propone di mettere in evidenza l’importanza nuova e le grandi potenzialità di questo settore nell’azione ecclesiale e per la comunità civile del nostro territorio, con l’obiettivo di favorire il dialogo delle diocesi di Vittorio Veneto e di Belluno – Feltre con la società, l’economia e le istituzioni locali.

Proprio il Comitato “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”(nel Duomo di Pieve è sepolto il Beato Toniolo, e nel suo nome è partito il primo progetto) e il Comitato Turismo Religioso interdiocesano – che da tempo hanno avviato un concreto lavoro in sinergia per formazione, arte, cultura e scuole su questi temi – sono i promotori dell’iniziativa, che si avvale della collaborazione delle due diocesi e del Centro Papa Luciani, del patrocinio dell’Ufficio CEI nazionale per la pastorale del tempo libero, cultura e sport e del contributo del comune di Pieve di Soligo.

I lavori pomeridiani del 7 aprile saranno articolati in tre sessioni principali, dopo i saluti istituzionali del sindaco Stefano Soldan, dell’arciprete mons. Giuseppe Nadal e del delegato vescovile don Brunone De Toffol, e l’introduzione del moderatore Marco Zabotti. I vescovi vittoriese Corrado Pizziolo e bellunese Renato Marangoni, il docente IULM Maurizio Boiocchi e l’incaricato triveneto don Gianmatteo Caputo saranno i protagonisti della prima fase su “Azione pastorale e turismo religioso: scenari, temi e opportunità”.

A seguire la seconda sessione su “Identità religiosa, cultura e bellezza: l’incontro fra diocesi, il racconto di un’esperienza”: parleranno Cristina Falsarella, Ivana Faramondi e Andrea Bona – rispettivamente presidente, vice presidente e componente del Comitato Turismo Religioso - e don Raimondo Sinibaldi, della diocesi di Vicenza, ideatore e animatore del progetto “Romea Strata”.

Infine, la terza parte su ”Il turismo religioso in rete con i soggetti economici e associativi e le istituzioni del territorio” prevede il contributo in dialogo di vari rappresentanti delle due province: Gabriella Faoro, Roberto Fava, Giovanni Follador, Luciano Fregonese, Michele Genovese, Innocente Nardi, Paola Pagotto. Seguiranno l’intervento di Federico Caner, assessore regionale al turismo, programmazione e fondi europei, e le conclusioni.

 

Al termine della giornata, nel giorno 7 dedicato ogni mese alla memoria del Beato Giuseppe Toniolo, sarà celebrata la messa nel Duomo in onore del grande economista e sociologo cattolico.    

 

Presentazione del libro sulla Cantina martedì 21 febbraio p.v. LA COLLI DEL SOLIGO A VENEZIA IN CONSIGLIO REGIONALE

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COMUNICATO STAMPA - INVITO

Presentazione del libro sulla Cantina martedì 21 febbraio p.v. LA COLLI DEL SOLIGO A VENEZIA IN CONSIGLIO REGIONALE

“Per la Cantina e il territorio dell'Alta Marca Trevigiana è un grande onore, il riconoscimento nella massima sede di rappresentanza istituzionale veneta di una storia aziendale oggi di primaria importanza per numero di soci, quasi settecento, fatturato, qualità ed export, e di una vicenda cooperativa che affonda le sue radici nell'espressione più alta del cattolicesimo popolare trevigiano della prima metà del ‘900”. 

Il presidente della Cantina Colli del Soligo, Gianpietro Tittonel, esprime la sua gratitudine e la sua soddisfazione per l’evento in programma a Venezia martedì 21 febbraio, alla ore 12, nella Sala Cuoi di Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto: la presentazione del libro “La Cantina Colli del Soligo nella terra del Prosecco. Una storia di Marca”, uscito nel dicembre scorso per i tipi di Antiga Edizioni di Crocetta del Montello.

 

In quest’anno 2017, infatti, la Cooperativa di Pieve di Soligo ricorda i primi sessant’anni della sua attività – essendo nata ufficialmente l’8 dicembre 1957 – e per la felice occasione ha voluto pubblicare un volume per raccogliere l’ispirazione e l’origine di questa storia, raccontare le vicende e i protagonisti che l’hanno contrassegnata fino ai giorni nostri e comunicare dati, fatti e scenari della sua realtà attuale, sempre più a dimensione internazionale.

 

Dopo il debutto di poche settimane orsono, caratterizzato da un vivo successo di pubblico e generali consensi, la pubblicazione sulla Cantina approda nella prestigiosa sede veneziana di Palazzo Ferro Fini, dove sarà il presidente del Consiglio Regionale, Roberto Ciambetti, a fare gli onori di casa in occasione della presentazione del libro. Seguiranno gli interventi del presidente Tittonel, dell’autore della prefazione, il docente e scrittore Ulderico Bernardi, del responsabile editoriale di Antiga Edizioni, Andrea Simionato, e del curatore del volume, il giornalista Marco Zabotti.

 

La copertina del volume - incentrata su uno splendido panorama di vitigni di collina del Prosecco del Quartier del Piave, tra Valdobbiadene e Conegliano, opera dell’arte fotografica di Francesco Galifi - già racconta in maniera eloquente l’essenza e il valore di queste terre oggi candidate ufficialmente Patrimonio Unesco.

E dopo il racconto introduttivo “Per le belle contrade” di Ulderico Bernardi, e i saluti di vari rappresentanti istituzionali, tra i quali il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il primo capitolo spiega come“Colli del Soligo vuol dire cooperazione”: l’ispirazione è nel pensiero del grande economista e sociologo cattolico Giuseppe Toniolo, oggi Beato, sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo. Dal valore concreto della cooperazione, in chiave economica e sociale, espressione del magistero della Chiesa e tonioliano e dell’articolo 45 della Costituzione, nasce infatti la Cantina Colli del Soligo nel dicembre 1957. Trenta i soci fondatori che fecero l’impresa, di varie estrazioni sociali e sensibilità ma tutti accomunati dall’idea di promuovere una realtà cooperativa al servizio degli agricoltori del territorio, garantendo una remunerazione stabile al conferimento delle uve e creando una realtà produttiva capace di affermarsi sul mercato vitivinicolo.

“I volti, le opere e i giorni di una storia” è il titolo del secondo capitolo, che narra le vicende e lo sviluppo della Cantina nei suoi primi decenni di vita, fino ai giorni nostri. In un’apposita sezione si ricordano profili e attività di presidenti e direttori succedutisi negli anni - Francesco Canella, Francesco Fabbri (deputato e senatore, Ministro della Repubblica, scomparso prematuramente quarant’anni fa, nel gennaio 1977), Ezio Spina, Enrico Spina, Antonio Tomasi e Cesare Curtolo - insieme agli attuali Gianpietro Tittonel e Andrea Curtolo.

Infine, nel terzo capitolo “Il vino, la cantina e il mondo nuovo” si raccontano in chiave di attualità le scelte, i traguardi, i prodotti, la comunicazione e le dinamiche internazionali della cooperativa pievigina, con un grazie speciale finale risvolto espressamente a tutti i soci.

 

Il volume è ricco di approfondimenti, immagini e documenti originali sulla storia della Cantina, e si conclude con l’abstract in inglese e l’albo d’onore finale che diventa un omaggio riconoscente a tutte le persone che hanno attraversato i sessant’anni di vita della Colli del Soligo con la loro adesione, il loro impegno e il loro servizio di responsabilità.

INSIEME, PER VALORIZZARE IL SACRO

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Al via il quarto corso di formazione per operatori culturali volontari

INSIEME, PER VALORIZZARE IL SACRO

Da venerdì 3 marzo al Patronato Careni di Pieve di Soligo

 

Prende il via a Pieve di Soligo venerdì 3 marzo, alle 20.30, negli ambienti parrocchiali del Patronato Careni di via Marconi, la quarta edizione del corso di formazione per operatori culturali volontari “Insieme per valorizzare il sacro”, promosso dal progetto diocesano di cultura e turismo religioso “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, in collaborazione con Il Comitato Turismo Religioso delle diocesi di Belluno – Feltre e Vittorio Veneto.

 

Nella prima serata del 3 marzo saranno insieme il gruppo dei partecipanti e i rappresentanti delle varie realtà di accoglienza per le visite nelle chiese della diocesi. I saluti introduttivi saranno del Vicario generale, mons. Martino Zagonel, e dell’arciprete di Pieve, mons. Giuseppe Nadal.

“Si farà il punto sui vari percorsi operativi già in atto, con i tanti esempi preziosi di gruppi organizzati per l’incontro con fedeli, pellegrini e turisti che arrivano presso nostri siti religiosi di particolare interesse storico e artistico – spiegano i responsabili Cristina Falsarella e Marco Zabotti, - e si ascolteranno i contributi di nuove realtà presenti. E tutto questonella prospettiva di costruire una rete unitaria, progettando periodi di apertura e di accoglienza nelle chiese dopo le positive esperienze già realizzate ”. L’iscrizione al corso è libera e gratuita, e si può fare direttamente in occasione della serata inaugurale del 3 marzo. Seguiranno gli incontri formativi di venerdì 10 e venerdì 17 marzo, sempre al Patronato Careni di Pieve di Soligo e dalle 20.30 alle 22.30.

Nella serata del 10 sarà la docente Silvia Bevilacqua a presentare l’iconografia sul territorio diocesano dei santi Sebastiano e Rocco, storicamente legati al tema della peste: un’occasione preziosa per fare il punto sulle ultime novità editoriali sul patrimonio d’arte sacra delle nostre comunità.

Infine, venerdì 17 marzo sarà la volta dell’esperto Antonio Soligon a guidare “Uno sguardo sull’Uomo della Croce”, con excursus storico e artistico su alcune tipologie di crocifissi.

 

Dopo questo primo ciclo di tre incontri, il secondo modulo alla scoperta del territorio si svolgerà con tre uscite in gruppo finalizzate alla visita del territorio diocesano, e non, con la guida di esperti e appassionati cultori locali. Si comincia con Venezia sabato 22 aprile, al mattino e in una parte del pomeriggio, presso la Scuola Grande di San Rocco. Si prosegue il 6 maggio mattina con l’escursione nel Quartier del Piave a Moriago, nei Palù e nell’Abbazia di Vidor. Si conclude il corso il 27 maggio con la forania zumellese, dalle 8.30 alle 12.30: visite alla chiesa arcipretale di Trichiana e a quella parrocchiale di Carve.

 

Il quarto corso per operatori culturali inaugura un periodo particolarmente importante e significativo di attività per il progetto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” nel periodo marzo – aprile 2017 a Pieve di Soligo: nella serata del 14 marzo inizierà infatti il ciclo di tre incontri di presentazione di libri de “I Martedì della Grande Guerra”, mentre venerdì 7 aprile è in programma un convegno di respiro interdiocesano e regionale sui temi del turismo religioso nel nostro territorio.

 

 

Tutte le iniziative si svolgono con l’adesione, il sostegno e la collaborazione di varie realtà aziendali, istituzionali, culturali e associative che condividono la progettualità del percorso “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”: Latteria Soligo, Banca Prealpi di Tarzo, Cantina Colli del Soligo, Cooperativa sociale Insieme Si Può, Fondazione Ispirazione, Consorzio Tutela Prosecco DOCG, PER – Percorsi Enogastronomici di Ricerca, Accademia Internazionale dell’Arte Casearia, Associazione Famiglie Rurali Sinistra Piave, Istituto Diocesano per il sostentamento del clero, Ente Ecclesiastico Collegio Vescovile Balbi Valier, Unpli Veneto, Unpli Treviso, Consorzio Pro Loco Quartier del Piave. 

LE VITE DI SACERDOTI E SEMINARISTI MORTI NELLA GRANDE GUERRA

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Il libro di mons. Visintin, a cura di Otello Drusian, il 21 marzo a Pieve
LE VITE DI SACERDOTI E SEMINARISTI MORTI NELLA GRANDE GUERRA
Tra loro anche i pievigini Lorenzo Bertazzon e Adamo Zambon

Secondo appuntamento del ciclo di tre serate “I Martedì della Grande Guerra” a Pieve di Soligo. Martedì 21 marzo, alle ore 20.45, nell’auditorium Battistella Moccia di piazza Vittorio Emanuele II, presso la Biblioteca comunale, saranno Otello Drusian, curatore del libro, e mons. Pietro Mazzarotto, parroco emerito di Sacile, a presentare il volume “Perché quelli che verranno ricordino. Sacerdoti e chierici militari della diocesi di Ceneda morti in guerra 1915 – 18”, ristampa dell’editrice L’Azione di un testo pubblicato da monsignor Domenico Visintin nel lontano 1919. Nell’occasione gli attori del Teatro Orazero leggeranno alcuni brani del libro con sottofondo di canti del tempo di guerra e proiezione di immagini d’epoca.

Il volume a cura di Drusian è veramente originale e prezioso, una pregevole rarità di valenza nazionale: si tratta del racconto partecipato e vissuto di storie poco conosciute e di giovani vite della comunità diocesana vittoriese perite nella tragedia della guerra, comprese quelle dei seminaristi Lorenzo Bertazzon e Adamo Zambon, nativi di Pieve di Soligo.

Lorenzo Bertazzon, nato a Pieve l’8 agosto 1894 da Valeriano e Pia Masutti, prima scolaro al Balbi Valier e poi allievo del seminario vittoriese, richiamato per la guerra e assegnato al 55° Reggimento Fanteria, fu a Monte Piana, sul Carso e quindi in Albania. Trovò la morte vicino al suo cappellano don Riccardo Zannoni, nel basso Adriatico, l’8 giugno 1916. Adamo Zambon nacque a Pieve il 6 settembre 1900 da Luigi e Giuditta Doimo. Entrato in Seminario nell’ottobre 1913, prima profugo e poi nel Seminario di Montefiascone, fu richiamato per la guerra nell’aprile 1918 e poi assegnato al Reggimento 22° Fanteria a Marina di Pisa. Ammalatosi in viaggio, diretto al fronte, morì di febbre spagnola il 30 ottobre 1918 a Bologna, dove è sepolto nel cimitero comunale. Gli altri nove giovani militari del Seminario di Ceneda caduti in guerra o per cause di guerra furono Augusto Casagrande, don Riccardo Zannoni, don Martino Tasso, don Domenico Vincenzotti, don Agostino Messina, Elio Ferigo, Antonio Polo, Luigi Bellese, Andrea Pascon.

Nel libro – che contiene anche una prefazione dell’allora Vescovo Albino Luciani all’edizione del 1961 – “la paziente e scrupolosa ricerca di monsignor Visintin, vice rettore e insegnante in seminario quando scoppiò la guerra nel maggio 1915, subito mobilitato come cappellano militare, ci offre un vero patrimonio di memorie, così spesso e così presto dimenticate” – scrive monsignor Pietro Mazzarotto nella prefazione.

Il curatore Otello Drusian, appassionato cultore di storia locale e già autore di varie pubblicazioni – ha dedicato proprio a monsignor Domenico Visintin il volume “Il “Vescovo” della Bassa” (2014), e proprio di recente ha presentato la ristampa del libro “ di P. Ludovico Ciganotto “L’invasione Austro – Ungarica a Motta di Livenza e nei Dintorni – Diario 2 novembre 1917 – 4 novembre 1918”.

Nelle tre serate de “I Martedì della Grande Guerra”, introdotte e moderate da Marco Zabotti, coordinatore del progetto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, sono previsti i saluti del sindaco di Pieve, Stefano Soldan, e di Cristina Falsarella, presidente del Comitato interdiocesano Turismo Religioso.

Attraverso tre libri, “I Martedì della Grande Guerra” narrano luoghi, volti e vite del conflitto mondiale 1915 – 18, per favorire la cultura della memoria e della pace. Sono promotori il progetto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” e il Comitato Turismo Religioso delle diocesi di Belluno – Feltre e Vittorio Veneto, in collaborazione con il settimanale diocesano “L’Azione” e con il contributo del comune di Pieve di Soligo.

Infine, martedì 28 marzo sarà la volta del romanzo storico “La guerra di don Piero”, Ciesse Edizioni, storia di vita in guerra di un cappellano militare padovano, che sarà presentato dall’autore, Renato Costa, insieme al maestro chitarrista Roberto Dalla Vecchia, con animazioni di racconti, voci e musica del tempo della Grande Guerra.

Da ricordare che “La guerra di don Piero” di Renato Costa, già autore del romanzo storico “Tre spari nella notte” (2012), finalista 2017 al Premio Prunola dI Castelfranco Veneto, si è classificato al secondo posto per la sezione narrativa edita. La proclamazione è avvenuta durante la cerimonia finale di premiazione svoltasi lo scorso sabato 11 marzo al Teatro Accademico della città del Giorgione.

 

Tutte le iniziative si svolgono con l’adesione, il sostegno e la collaborazione di varie realtà aziendali, istituzionali, culturali e associative che condividono la progettualità del percorso “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”: Latteria Soligo, Banca Prealpi di Tarzo, Cantina Colli del Soligo, Cooperativa sociale Insieme Si Può, Fondazione Ispirazione, Consorzio Tutela Prosecco DOCG, PER – Percorsi Enogastronomici di Ricerca, Accademia Internazionale dell’Arte Casearia, Associazione Famiglie Rurali Sinistra Piave, Istituto Diocesano per il sostentamento del clero, Ente Ecclesiastico Collegio Vescovile Balbi Valier, Unpli Veneto, Unpli Treviso, Consorzio Pro Loco Quartier del Piave. 

Ciambetti "La cooperazione sociale in Veneto è stata motore di crescita economica del territorio, strappandolo alla povertà in cui versava" - See more at: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=80&p=80&c=5&e=88&t=1&idNotizia=31979#sth

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(Arv) Venezia 21 feb. 2017 -     E’ stato presentato a Palazzo Ferro-Fini il volume ‘La Cantina Colli del Soligo nella terra del prosecco – una storia di Marca –‘ un libro a cura di Marco Zabotti con prefazione del prof. Ulderico Bernardi, che ripercorre sessanta anni di storia della Cantina trevigiana.

Il Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti sottolinea “gli importanti stimoli offerti da questa pubblicazione, che spiega la nascita del cooperativismo sociale in Veneto, un modello di sviluppo economico che si è radicato nella nostra Regione soprattutto grazie agli insegnamenti del professor Toniolo, capace di riaffermare la centralità della persona umana in economia. Giuseppe Toniolo è stato tra i promotori, alla fine dell’800, di una vasta rete organizzativa cattolica che si è diffusa in modo capillare in Italia settentrionale e in Veneto, dando vita a importanti strutture di carattere culturale, economico e sociale. In particolare, nella seconda metà dell’Ottocento, una decisiva spinta allo sviluppo di un territorio fino ad allora poverissimo, è stata data dalla ‘Rerum Novarum’ di Leone XIII, che vide in Toniolo un grande ma non unico interprete e protagonista. Penso infatti allo sviluppo delle Banche Popolari e delle Casse Rurali cattoliche, sostenute dal Clero, che si sono radicate in particolare nel territorio della Marca, capaci di portare avanti importanti iniziative economiche e di tutela del mondo agricolo; nascono così i caseifici sociali, le società di assicurazione contro la mortalità del bestiame, la società per gli acquisti collettivi e, alla fine del secolo, anche le cantine sociali”.  “L’essenza del cooperativismo sociale in Veneto – spiega Ciambetti - si basa su valori fondamentali e imprescindibili, quali il rispetto e la solidarietà tra gli uomini, superando le strette logiche del profitto a tutti i costi. La riconquista dell’etica nel capitalismo moderno ha rappresentato l’unica via percorribile per garantire giustizia, equità, democrazia, libertà, i quattro grandi pilastri senza i quali è impensabile uno sviluppo ecosostenibile, che tenga conto delle esigenze dell’ambiente e dell’uomo, che difenda il territorio, valorizzando le sue specificità e tutelando il cittadino. E’ questo ciò che è avvenuto in Veneto, anche grazie al lavoro delle numerose Cantine sociali, nate e sviluppatesi nel territorio, di cui la ‘Cantina Colli del Soligo’ ne rappresenta un fulgido esempio. Il nostro Veneto è stato capace di mettere al centro del proprio sviluppo socio- economico la centralità del lavoro, della fatica, dell’ingegno dell’uomo nel realizzare prodotti di qualità in un territorio non sempre facile da coltivare e questo è un nostro orgoglio”.
Gianpietro Tittonel, presidente della Cantina ‘Colli del Soligo’ spiega “che il libro racconta la nostra storia, ma non vuole certo essere autocelebrativo, bensì guardare con rinnovato interesse al nostro passato, a dove veniamo, per poter progettare un futuro fulgido mettendo a fuoco nuovi ambiziosi obiettivi da raggiungere. Raccontiamo la storia di tutti i nostri soci, i veri protagonisti di un lavoro che da sempre è incentrato sulla promozione di una agricoltura sostenibile, capace di coniugare qualità dei prodotti, prezzo e sostenibilità ambientale”.
Il Prof. Ulderico Bernardi racconta “come il Veneto, a partire dagli anni Cinquanta, ha subito un profondo cambiamento socio- economico, passando da una condizione di povertà assoluta ad un modello capitalistico, senza tuttavia smarrire una propria identità culturale basata su un ‘humus’ di valori condivisi, quali la solidarietà e il lavoro, l’accettazione e il confronto con gli altri. Il libro offre una rappresentazione globale di un universo fatto di capacità, accoglienza, buon gusto, enogastronomia, rispetto per la natura, uno spaccato del nostro Veneto che ci caratterizza in modo positivo”.
Per il responsabile editoriale Andrea Simionato “il libro offre una fisionomia precisa ad una storia fatta di valori, di cooperazione sociale diffusa in particolare nel territorio della Marca, in cui è molto stretto il rapporto tra turismo e cultura, con sempre più visitatori stranieri che esprimono il desiderio di vivere in prima persona le emozioni che le Cantine sociali, con la propria storia pluriennale di coraggio, fatica ed impegno, possono offrire. Auspico tuttavia che la Regione possa adottare nuove normative di indirizzo politico in materia di editoria”.
Marco Zabotti, curatore del volume, evidenzia “come la zona del Prosecco, della Marca, del Piave, è una terra benedetta e noi abbiamo quindi ben presente il senso del dono e della conseguente responsabilità di gestire bene quanto ci è stato affidato. Il libro racconta sessanta anni della ‘Cantina Colli del Soligo’, una epopea fatta di tenacia, lavoro, pazienza, determinazione nel superare le numerose difficoltà trovate lungo il percorso, ma sempre ponendo al centro la cooperazione sociale, una strada privilegiata per offrire al territorio un concreto riscatto dalla povertà, e con lo sguardo proiettato verso il futuro, alle sfide stimolanti che ci attendono, in primis la candidatura delle Colline di Conegliano Valdobbiadene a patrimonio Unesco, in quanto ‘paesaggio dell’anima’, non solo impreziosito da bellezze naturali, ma anche dalla laboriosità dei propri abitanti”.

 

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