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La nostra libertà

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Dopo Parigi, ancora in Europa un gravissimo attentato alla nostra convivenza.                                         Le immagini di morte di Bruxelles ci hanno impressionati, feriti nell’anima, sconvolti per l’ondata di morte arrivata nella pienezza di vita della settimana pasquale. Uomini e donne come noi, senza colpe, travolti da un destino tremendo nella tragica mattinata di un giorno come tanti. L’odio infinito del terrorismo verso la nostra civiltà, le nostre conquiste di libertà e di democrazia, quell’invocazione ostinata ad un richiamo religioso che è solo strumento irrazionale di annientamento fisico ci obbligano a reagire, con il cuore e con la mente. E con la politica, vera, alta, concreta ed efficace, di un’Europa finalmente capace di fare sicurezza comune, di coordinare servizi, intelligente e forze di polizia, di fare verità su chi sostiene e finanzia il terrorismo dentro le nostre città e nei Paesi lontani, di assicurare alla giustizia criminali e fiancheggiatori, di garantire sicurezza nella libertà. La nostra libertà, delle persone e delle comunità.

Trent’anni

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E’ stato un momento speciale, di amicizia e di riflessione. E di profonda gratitudine. Durante l’assemblea dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, svoltasi a Venezia Mestre   

Il 18 marzo scorso, mi è stata conferita la pergamena per i trent’anni di iscrizione all’Albo, elenco pubblicisti. E’ passato veloce un tempo di lavoro, di professionalità, di cultura e di relazioni con le persone. Un patrimonio di vita e di umanità, iniziato con la collaborazione al settimanale diocesano L’Azione da giovane studente liceale. E poi con il primo, entusiasmante traguardo del “tesserino” dell’Ordine (ottobre 1985), con la regia e la disponibilità dell’indimenticato direttore di allora, l’oggi novantenne don Giovanni Dan, coadiuvato da Alberico Sonego (anch’egli premiato nell’occasione, per i 50 anni!).                        Un abbraccio e un sorriso, e un grazie di cuore, a  tutti i colleghi e i lettori di questi anni,       e a quanti verranno.

Il tempo delle scelte su famiglia e adozioni

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In questi giorni di polemiche parlamentari e nastri arcobaleno sul discusso pdl Cirinnà, mi riconosco pienamente nelle parole equilibrate ed autorevoli del presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli.                                                                          In una recente intervista sul quotidiano Avvenire,  egli afferma testualmente:          ”La strada è quella segnata dalla Corte Costituzionale. Le unioni civili sono una formazione sociale con fondamento solidaristico-affettivo che va tutelata, ma in modo diverso e distinto dal matrimonio. Con una disciplina puntuale, senza continui rinvii al diritto di famiglia. Poi sull’adozione c’è da decidere da che parte si sta. Se dalla parte della coppia che vuole un bambino o dalla parte del bambino. Se facciamo la scelta giusta la soluzione è facile”. Non esito a dire che auspico ancora scelte e procedure intelligenti e non divisive nelle aule del Senato, che non legittimino unioni simili a matrimoni, non concedano il diritto di adozione alle coppie omosessuali e contrastino in maniera decisa ed effettiva la prassi  dell’utero in affitto.  Mi appello alla libertà di coscienza e alla coerenza sui valori essenziali in particolare dei parlamentari d’ispirazione cristiana, e faccio riferimento alle giuste istanze espresse dal mondo cattolico, dal popolo del Family Day convocatosi a Roma il 30 gennaio u.s. e da tanti esponenti della cultura laica che hanno sollecitato un intervento legislativo conforme alla Costituzione, al bene della famiglia naturale e all’interesse supremo dei figli a crescere in un ambiente educativo equilibrato con mamma e papà.            

Nasce il Premio Giuseppe Toniolo – prima edizione 2016

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Al via la prima edizione 2016 del Premio Giuseppe Toniolo, nato per offrire testimonianza e declinare al futuro il pensiero  e l’azione del grande economista e sociologo cattolico, sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo e proclamato Beato a Roma il 29 aprile 2012.                                                                                                                                           La diocesi  vittoriese ha sempre riconosciuto e promosso il modello di santità laicale del Beato Toniolo, anche attraverso un lavoro popolare e diffuso di sostegno alla causa di beatificazione e alla conoscenza del valore e dell’attualità del messaggio di fede e di vita dell’insigne docente trevigiano.                                                              “Impresa e lavoro, il primato dell’uomo. Il Beato Toniolo e le sfide per l’economia di oggi” è il tema del Premio Giuseppe Toniolo 2016, articolato nelle tre sezioni nazionale “Pensiero”, regionale “Azione & Testimoni” e diocesana “Giovani”, quest’ultimo con due tracce suggerite per la scrittura e rivolto alla fascia d’età tra i 15 e i 19 anni, da soli o in gruppo di scuola o associativo/parrocchiale.                                                                                                        Questo Premio – che vedrà la cerimonia di premiazione il 7 ottobre 2016 a Pieve di Soligo -  rappresenta una bella opportunità per tutti, e in particolare per le giovani generazioni, per andare alle radici della nostra storia e dei nostri più alti valori umani e cristiani, per conoscere sempre meglio il Toniolo e i suoi insegnamenti  più che mai validi per il nostro tempo, per condividere riflessioni e proposte operative sulla centralità dell’uomo in campo economico.                                                                                            Il nostro invito è a partecipare in prima persona e a convincere tanti altri amici ad aderire, a comunicare l’importanza di questo progetto, a suscitare entusiasmo e creatività e valorizzare pensieri e talenti generosi, nel segno della fede e della cultura che donano senso, speranza e vita nuova alle nostre opere e ai nostri giorni. Tutte le informazioni su modalità, regolamento e premiazioni si possono assumere visitando il sito www.beatotoniolo.it

La vicenda di Soller in Commissione in Provincia

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“Ringrazio per l’attenzione e la sensibilità il presidente della Commissione, Toaldo, e l’assessore al sociale, Speranzon: lo scorso  28 gennaiosi è svolta in Provincia a Treviso la riunione della Commissione “Servizi al cittadino e promozione del territorio”, così come richiesto dal sottoscritto con procedura d’urgenza, perché fosse affrontata in una sede istituzionale appropriata la vicenda dell’annunciata ospitalità di un gruppo numeroso di profughi in una struttura di privati ubicata a Soller, in comune di Cison di Valmarino.                                 

Attraverso l’audizione dei soggetti coinvolti, a cominciare dalla Prefettura e dai Sindaci dei cinque  Comuni della Vallata – Cison di Valmarino, Miane, Follina, Tarzo e Revine Lago - , volevo si facesse piena luce e chiarezza sul progetto, che ha suscitato le legittime preoccupazioni e contrarietà dei residenti e delle amministrazioni locali, rischiando di provocare serie ricadute negative sul piano sociale. Lo confermano del resto le marce silenziose e la raccolta di firme degli ultimi giorni”. 

Il consigliere provinciale Marco Zabotti, capogruppo di Marca Civica, motiva così la sua personale richiesta di convocazione della Terza Commissione sociale e cultura presso la sede provinciale del Sant’Artemio a Treviso.

“In questa vicenda complessa e delicata, le istituzioni locali come la Provincia devono attivare tutti i canali possibili per l’informazione e il dialogo tra i soggetti interessati  e i cittadini – osserva ancora il consigliere Zabotti – e offrire  un tavolo di confronto serio nell’interesse generale, anche e soprattutto per  valutare le conseguenze di un programma di accoglienza che sarebbe insostenibile per le comunità locali”.

“In questa fase di inquietudine dopo i fatti di Colonia, e visti anche i problemi per la sicurezza nella zona, sono molto preoccupato per le tensioni e le reazioni dell’opinione pubblica – conclude il capogruppo di Marca Civica -. Mi auguro che si possa giungere alla radicale revisione del progetto, con un supplemento di consapevolezza e di disponibilità da parte dei soggetti promotori”.                            

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