Grazie di cuore a don Giuseppe, a Raoul Bernardi, a Enrico Dall’Anese e a tutti coloro che hanno collaborato per questa bella pubblicazione dedicata alla Cal Santa di Pieve di Soligo. Sono importanti la raccolta di testi e immagini di storie antiche e recenti, e il racconto dell’impegno appassionato e generoso per avviare e completare i restauri: fanno luce su un luogo tanto caro, che ci appartiene come “paesaggio dell’anima”. E’ l’antica Via Crucis fino al Calvario, testimonianza vera della fede dei nostri padri, che ha ritrovato nuova luce e splendore di un tempo grazie ad una sensibilità speciale, all’amore per le cose belle, alla dedizione per le azioni e i fatti che costruiscono comunità cristiana e civile. Ogni giorno, senza clamori ma con pazienza e virtù, nella fedeltà alle ragioni dell’umanesimo cristiano.
Oggi è fondamentale mettere “nero su bianco”, scrivere, ricordare, rimettere al centro della riflessione di tutti la nostra storia di comunità. Nel tempo della connessione continua, del virtuale che prevale sul reale, della società “liquida”, occorre ritrovare radici, profondità e lentezza. La nostra comune matrice cristiana, la nostra identità. Serve non smarrire l’origine della strada, il senso del nostro cammino. Ecco il libro, che ricorda Cal Santa e chi una volta ha costruito vie, capitelli e chiese con coraggio e sacrifici, l’unità delle generazioni che non si spezza, la voglia di incontrare il futuro conoscendo fino in fondo quello che siamo stati, il patrimonio di fede e di vita di chi ci ha preceduto.
E se purtroppo è esistito un tempo di incuria e dissipazione rispetto alle testimonianze di pietà e devozione popolare della Cal Santa, il libro ricorda soprattutto la nuova consapevolezza, la voglia di riscatto, l’impegno a restaurare, rinnovare, rimettere a posto, così com’era, nella fedeltà all’intuizione e all’opera originaria. Un lungo elenco di persone, una grande coralità di privati, soggetti economici, associazioni ed enti pubblici, intelligenze, competenze e laboriosità intessute insieme, una sorta di “litania civile” che ha suscitato e motivato cuori e volontà, e ha ridonato simboli e meraviglie da custodire per sempre.
Oggi il progetto diocesano di cultura e turismo religioso “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” propone eventi e itinerari di cultura e spiritualità, arte e bellezza per abitare le nostre esistenze. E la Cal Santa, la strada della Via Crucis verso la preziosa chiesa del Calvario sarà sicuramente compresa tra questi percorsi del nostro territorio, qui a Pieve, vicino al Duomo del Beato Toniolo, presso la casa natale di Andrea Zanzotto, guardando con fiducia ai bambini della scuola primaria intitolata al poeta, che proprio qui sorridono al futuro impresso nelle opere di una terra e di una fede antica e feconda, del popolo cristiano e dei santi di ogni giorno.
Il turismo religioso entra a pieno titolo nell’agenda di promozione del territorio nelle province di Treviso e Belluno. La conferma arriva direttamente dal successo del convegno interdiocesano svoltosi venerdì 7 aprile nell’auditorium Battistella Moccia di Pieve di Soligo sul tema “Turismo Religioso – Cultura promozione e sviluppo per le nostre comunità. Le diocesi di Vittorio Veneto e Belluno-Feltre in dialogo con la società, l’economia e le istituzioni”.
Ben centocinquanta persone presenti nell’arco dei lavori pomeridiani, coordinati dal direttore scientifico del neonato Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, Marco Zabotti, con tanti esponenti delle realtà ecclesiali e civili, del mondo della scuola e delle professioni, sindaci e amministratori comunali e operatori del settore che hanno ascoltato con grande attenzione interventi, comunicazioni e dialoghi dei vari relatori accorsi a Pieve di Soligo, per un giorno piccola “capitale” veneta del turismo religioso.
A cominciare dal Vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, che ha parlato soprattutto della “relazione fra azione pastorale e turismo religioso, che punta a valorizzare beni della Chiesa cattolica che sono nella libera fruizione di tutti, offrendo occasioni importanti di crescita spirituale e culturale”, mentre il Vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, si è soffermato “sulla domanda di senso religioso che attraversa le persone e i gruppi interessati a questi percorsi, in una società profondamente mutata nei suoi riferimenti di tradizione cristiana”. Per parte sua, don Gianmatteo Caputo, direttore dell’ufficio nel Patriarcato di Venezia e incaricato triveneto beni culturali e edilizia, ha messo in luce “le grandi opportunità di incontro, di accoglienza e di crescita complessiva per le comunità ecclesiali e civili che possono derivare da una dinamica turistica capace di esaltare la bellezza e la genialità dei luoghi sacri, e la loro autentica vocazione religiosa”.
All’inizio della seconda sessione, un racconto in video a cura di Federico Campodall’Orto ha espresso in sintesi, con la forza delle parole e delle immagini, tutte le attività svolte in quattro anni dal progetto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” della diocesi vittoriese, che ha promosso cultura e spiritualità, arte e bellezza, la formazione degli operatori culturali volontari e tante iniziative di accoglienza e di visite nelle chiese tra Piave e Livenza, da tempo ormai in stretto raccordo con Belluno, come ha ricordato nel suo saluto il presidente dell’Istituto, Diego Grando.
E proprio la profondità di contenuti e la concretezza di risultati della sinergia del lavoro delle due diocesi è stata al centro della narrazione di Cristina Falsarella, Ivana Faramondi e Andrea Bona, rispettivamente presidente, vice presidente e componente del Comitato Turismo Religioso delle diocesi di Belluno-Feltre e Vittorio Veneto, che hanno evidenziato il lavoro intenso per il corso superiore biennale per operatori del turismo religioso, i concorsi per le scuole e l’apertura ad altre realtà diocesane dell’Alto Adige, ponendo anche il tema di un possibile riconoscimento per gli operatori culturali ecclesiali che fanno accoglienza ai visitatori nei luoghi sacri.
Una dinamica di rete, quindi, sempre più ampia e più ricca anche a livello interregionale, nella quale è bene inserito il progetto della via dei pellegrinaggi “Romea Strata”, illustrata con passione, efficacia e immagini dal suo ideatore e animatore, don Raimondo Sinibaldi, direttore dell’ufficio pellegrinaggi della diocesi di Vicenza.
Il terzo momento del convegno, incentrato sui rapporti diffusi di collaborazione del turismo religioso con i soggetti attivi e i portatori d’interessi del territorio, ha visto un primo confronto con Paola Pagotto, presidente della Cooperativa Insieme Si Può, Innocente Nardi, presidente Consorzio Tutela Prosecco DOCG, Giovanni Follador, presidente regionale Unpli, e Michele Genovese, direttore Gal Alta Marca Trevigiana: hanno tutti espresso piena adesione e disponibilità alla progettualità, e sottolineato il valore della relazione con il turismo religioso anche rispetto ai temi dell’identità cristiana e della socialità per la vita delle comunità locali.
Infine, dal punto di vista dei rapporti con i soggetti istituzionali, sulla scia di positive esperienze già realizzate insieme, la conferma di importanti condivisioni e aperture alla collaborazione è arrivata da Luciano Fregonese, presidente Consorzio Bim Piave di Treviso (anche a nome del collega presidente Bim Belluno, Umberto Soccal), Gabriella Faoro, dirigente della Provincia di Belluno, Roberto Fava, consigliere delegato cultura e turismo della provincia di Treviso, e dal dottor Flaviano Torresan, dell’ufficio promozione turistica integrata della Regione Veneto. Analogo messaggio di apprezzamento e volontà di sinergia era arrivato nei saluti di apertura del convegno da parte dal sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan, anche nella sua veste di presidente IPA Terre Alte Marca Trevigiana.