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Un anno nuovo di impegno e di libertà, di bene e di pace per tutti.

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Anche se le tristi notizie del terrorismo assassino in Europa hanno già insanguinato questo inizio del 2016, guardiamo con fiducia al tempo nuovo che si apre e alle possibilità di traguardi futuri di bene per tutti noi.         Le sfide sempre più gravi e complesse della civiltà, della convivenza, dell'economia, della giustizia e della pace richiedono un supplemento di impegno operoso, di fiducia e di misericordia, così come ci ricorda instancabilmente Papa Francesco in questo anno del Giubileo straordinario iniziato con gesti e parole assolutamente importanti e innovativi del Santo Padre. Anche -  e soprattutto - la politica ritrovi il senso profondo dei valori e della missione di servizio al bene comune, mettendo al centro gli interessi veri e concreti dei cittadini.

Onore alle donne

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Due giovani donne coraggiose martiri all'inizio del nuovo anno, vittime dell'odio del terrorismo e della criminalità: la giornalista Ruqia Hassan, giustiziata dai jihadisti dell'Isis, e la sindaco messicana Gisela Mota, che aveva dichiarato guerra ai narcotrafficanti, assassinata poche ore dopo il giuramento. Resti per sempre il ricordo della loro vita coerente con gli ideali di giustizia e libertà, esempio di passione civile e di straordinario impegno per il bene della propria gente. Ancora le donne, dunque, in prima linea, artefici del tempo nuovo, capaci di dare forza, visibilità e concretezza alle attese delle proprie comunità, con competenza, serietà,   cultura e straordinario coraggio. E nessuno tocchi le donne: dopo Colonia, dopo i fatti incredibili e vergognosi della città tedesca e di altre città europee, ancora più forte si fa il nostro appello al rispetto dell'identità         e del corpo femminile, sempre e dovunque, come segno di civiltà, di diritti, di libertà e di parità. Sono conquiste dell'Italia, dell'Europa, dell'intero mondo occidentale, frutto di un pensiero cristiano e di una chiara visione di democrazia: per nessuna ragione al mondo possono essere messe in discussione, negate o violate.  

Grazie don Massimo!

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Porteremo nel cuore il ricordo commosso e grato di monsignor Massimo Magagnin, sacerdote della diocesi vittoriese, scomparso l'8 dicembre scorso dopo dolorosa malattia. Lo ricorderemo sempre con la sua vitalità, la sua cordialità, l'amore alla gente e la passione per la cultura e la formazione delle giovani generazioni. E la nostra riconoscenza sarà sempre grande per la sua opera instancabile di diffusione della dottrina sociale, in particolare come assistente della Fondazione Centesimus Annus, e per la beatificazione di Giuseppe Toniolo, traguardo al quale ha dedicato in maniera straordinaria intelligenza e cuore, con tante iniziative e dedizione costante nel suo ruolo di vice postulatore della causa. 

"Beato Toniolo. Le vie dei Santi", si consolida il cammino di cultura e turismo religioso

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Pienezza di umanità, pienezza di vita cristiana. Un cammino tra fede e territorio ispirato ai luoghi e ai volti concreti di una feconda tradizione religiosa che illumina e santifica ogni ambito dell’esistenza nel segno della bellezza, della cultura, della socialità, dell’impresa economica sana e giusta, della valorizzazione delle comunità. Ecco “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, che a livello diocesano sta consolidando il suo percorso, sulla scia del “pensiero-azione” del grande sociologo ed economista cattolico Giuseppe Toniolo (1845-1918), sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo e proclamato Beato nel 2012.

Pieve di Soligo è il punto di partenza: qui si celebra ogni 7 del mese la Messa nel giorno dedicato al Toniolo, e qui si riunisce il Comitato per la canonizzazione dell’insigne docente trevigiano. E sempre qui si registra un fervore di iniziative legate a visite di gruppi e delegazioni nella terra del Beato. Da qui si sviluppano un’intuizione, una riflessione, uno sguardo particolare sulle vie dei santi del nostro territorio, perché tutto possa essere ricompreso in un’ottica di religiosità e di umanità vera, popolare e realmente vissuta.

Nascono un logo, una pubblicazione, un sito web, un simbolo di cultura e spiritualità, arte e bellezza. Dal basso, si diffonde un passaparola virtuoso che coinvolge decine di appassionati e volontari alla riscoperta delle chiese e dei luoghi sacri del territorio. Oggi due corsi di formazione per operatori culturali sono già alle spalle, un terzo prenderà il via nei primi mesi del nuovo anno. Così si decide l’apertura straordinaria di ventuno siti della diocesi nelle domeniche dello scorso mese di maggio, con l’idea di procedere in altre occasioni future in stretta collaborazione con associazioni e istituzioni del territorio

Molto bella e ben riuscita, quindi, l’accoglienza dei visitatori nella chiesa arcipretale di Cison di Valmarino nella recente edizione 2015 dei mercatini natalizi. E l’iniziativa si è ripetuta con successo durante le festività alla Mostra dei Presepi di Mura, al Presepio vivente di Collalto e alla serata dei Panevin del Consorzio Pro Loco QdP il 5 gennaio 2016 alla Pieve di San Pietro di Feletto.

Con lo stesso spirito di attenzione concreta alla vita delle nostre comunità, di sviluppa la proposta di turismo religioso in diocesi, capace di incontrare i tanti motivi di richiamo e di attrazione della nostra terra.

Ecco dunque il progetto vittoriese inserito poi in Across Veneto, la presentazione regionale a Vittorio Veneto, l’apprezzamento e la valorizzazione a livello nazionale, la partecipazione alla Borsa Internazionale del Turismo Religioso a Padova. Ora si è al lavoro per allargare il quadro dei “testimonial” che sostengono il progetto e per costruire una rete di impresa e di sinergie innovative con il territorio.

E il 2016 sarà anche l’anno della prima edizione del Premio Giuseppe Toniolo, per declinare al futuro una grande storia di umanità e di santità.

La riforma della sanità veneta non penalizzi il modello

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Concordo pienamente con le prese di posizione di di sindaci, categorie, associazionismo e rappresentanti degli operatori del settore che hanno espresso giuste perplessità, criticità e osservazioni sul progetto di legge 23/15 per l’istituzione dell’Azienda per il governo della sanità della Regione Veneto - Azienda Zero”, proposto dalla Giunta Regionale del Veneto e attualmente all’esame della competente commissione consiliare. Preoccupano in particolare il concetto di Azienda Zero, la questione della programmazione, la riduzione del numero delle ULSS e i futuri assetti territoriali, il ruolo essenziale della direzione dei servizi sociali e quello della conferenza dei sindaci. E mentre si parla in positivo di un emendamento della maggioranza orientato ad assumere le istanze espresse in varie sedi, ribadisco la necessità di una riforma organizzativa della sanità veneta che non penalizzi in alcun modo un modello di integrazione socio-sanitaria capace di  ottimi risultati nella nostra regione, attrezzato per il futuro a cogliere le sfide di un tempo di cambiamenti per le esigenze di salute della popolazione e le risorse a disposizione del sistema.          A livello trevigiano, in particolare, si evidenzia l’efficacia di un modello di cura e di assistenza capace di integrare al meglio il pubblico, il privato sociale e il volontariato, come ho verificato ancora una volta di recente partecipando a Soligo all’incontro nel centro di sollievo “Una casa tra le case” per la giornata Alzheimer, a Ponte di Piave all’intitolazione a Gianni Marin della casa per anziani ampliata e riqualificata, a Tarzo all’inaugurazione dei lavori di ristrutturazione di Villa Bianca, casa di riposo diretta dalla Suore Francescane di Cristo Re, e a Maserada sul Piave al convegno per i primi dieci anni di vita del centro servizi  residenziale “Tre Carpini”, frutto del consorzio tra i comuni di Maserada, Breda di Piave e Carbonera.    

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