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CONCERTO “NON SOLO VIVALDI” PER “VITE ILLUSTRI PIEVE”

Sabato 14 dicembre alle ore 17 a Pieve in auditorium Battistella Moccia                    CONCERTO “NON SOLO VIVALDI” PER “VITE ILLUSTRI PIEVE”          Battesimo ufficiale per la nuova rete culturale in terra Unesco

 

Con il concerto “Non solo Vivaldi”, in programma sabato 14 dicembre alle ore 17 a Pieve nell’auditorium comunale Battistella Moccia, debutta la nuova rete culturale in terra Unesco “Vite Illustri Pieve di Soligo”.                                                                                  

Fondazione Balbi Valier, Fondazione Francesco Fabbri, Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, Associazione Musicale “Toti Dal Monte”, Associazione Amici di Don Mario Gerlin e Associazione Culturale Careni sono sodalizi operanti ormai da diversi anni nella comunità, tutti intitolati a figure di grande levatura nei campi della cultura, della musica, della socialità e della solidarietà internazionale che danno lustro e riferimenti alti alla vita e all’immagine di Pieve di Soligo.                              

Ora hanno deciso di fare squadra insieme, e di mettere in campo un progetto comune di identità, relazioni e iniziative a favore del territorio che possa rappresentare anche un contributo significativo a tutta l’area Unesco delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.                                                                                    

“Siamo consapevoli del patrimonio di valori e della ricchezza culturale che offrono figure molto importanti come quelle dei conti Girolamo e Marco Giulio Balbi Valier, Francesco Fabbri , Giuseppe Toniolo, Toti Dal Monte, don Mario Gerlin ed Elisabetta Careni – spiegano i promotori – e pertanto vogliamo costruire insieme una rete di azioni che metta in luce le loro straordinarie vicende e i loro insegnamenti validi per l’oggi, e che al tempo stesso si prenda cura e valorizzi il gran numero di personalità illustri che Pieve di Soligo può vantare nel corso della sua storia passata e recente, davvero un “unicum” di rilievo per tutto il territorio.                          In sintesi, vogliamo fare rete, fare cultura, fare comunità e fare Unesco”.                                                                                

Il progetto verrà presentato ufficialmente nel corso del concerto “Non solo Vivaldi” di sabato 14 dicembre nell’auditorium comunale di piazza Vittorio Emanuele II, presentato da Elisa Nadai: ci saranno intervista, video e prima visione del logo ufficiale che andrà a caratterizzare “Vite Illustri Pieve di Soligo”, all’interno della manifestazione che ricorderà anche i duecento anni dalla nascita di Elisabetta Careni e i cent’anni trascorsi dall’inizio vita di don Mario Gerlin.    

Animeranno l’evento musicale – che si avvale del contributo del Comune di Pieve di Soligo - la “Piccola Orchestra Veneta” e i suoi Solisti diretti da Giancarlo Nadai, e il Coro di Voci Bianche “G. Echi” diretto da Maria Grazia Marcon.                                        Saranno protagonisti alla voce Elena Lucca ed Enrico Nadai, al flauto Piera Poser, al pianoforte Margherita Boatin, al mandolino Claudio Doni, al violoncello Federico Covre e al violino Andrea Bet.                                            

L’ingresso è libero e l’invito a partecipare al concerto per la nascita di “Vite Illustri Pieve di Soligo” è esteso a tutti.  

Ha fatto tappa a Castelfranco il viaggio con il libro su Giuseppe Toniolo

Prossima data il 23 dicembre con l’Università Adulti a Pieve di Soligo                                                                                      Ha fatto tappa a Castelfranco il viaggio con il libro su Giuseppe Toniolo Marco Zabotti è autore del volume edito dall’AVE di Roma

La straordinaria attualità della figura e dell’opera di Giuseppe Toniolo, “profeta dell’impegno sociale e politico”, punto di riferimento nell’oggi per un nuovo umanesimo cristiano, è stata al centro dell’intervento nei giorni scorsi a Castelfranco Veneto del direttore scientifico e vice presidente dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi “ di Pieve di Soligo, Marco Zabotti, che nell’occasione ha anche presentato il suo libro “Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro”, edito dalla casa editrice AVE di Roma e patrocinato dall’Istituto Diocesano pievigino.                                                                                                                     A promuovere l’iniziativa il Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia della città del Giorgione, presieduto da Licia Cian Lizza, che raduna un folto gruppo di aderenti impegnati in un ricco programma di conferenze e attività ispirate ai valori cristiani e all’esempio di vita della regina Maria Cristina di Savoia, sposa di Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, morta a soli 24 anni nel 1836, proclamata beata dalla Chiesa nel 2014 a Napoli.                                                                                                                                                                                                                                                Proprio nell’anno sociale 2019/2020 del Convegno di Cultura Maria Cristina castellano caratterizzato dal richiamo all’umanesimo, attraverso un calendario di vari appuntamenti sul tema, Marco Zabotti ha ricordato la dimensione spirituale del beato Toniolo come fondamento e sorgente dell’impegno accademico, ecclesiale e sociale del grande sociologo ed economista cattolico (1845 -1918), nato a Treviso, vissuto per quarant’anni a Pisa e oggi sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo, comunità di origine della moglie Maria Schiratti.                                                                                                                            In linea con i temi sviluppati nel suo libro, Zabotti ha tracciato le vie dell’attualità del Toniolo per la vita della Chiesa e del Paese nel nostro tempo, e ha illustrato anche al folto gruppo di partecipanti nel centro parrocchiale del Duomo di Castelfranco sulle azioni svolte dall’Istituto “Beato Toniolo” nel campo della cultura, spiritualità, dottrina sociale, arte, bellezza e turismo religioso.                                                                                       Grande l’interesse dei presenti per la presentazione del Toniolo attraverso domande e considerazioni, e la viva soddisfazione per l’evento è stata espressa dalla presidente CIan Lizza, che ha espresso l’auspicio della presenza del relatore ad un nuovo appuntamento in futuro a Castelfranco.                                                                                                                                                                         La tappa nella città del Giorgione ha rappresentato la più recente occasione in ordine di tempo di partecipazione a incontri culturali e sociali da parte del direttore del “Beato Toniolo”, che nei giorni precedenti era stato invitato a Verona a coordinare un dibattito al Festival della Dottrina Sociale, a Padova alla Giornata della Generatività con i docenti Dotti e Magatti, e a Pordenone a parlare del beato Toniolo a un gruppo di giovani di Azione Cattolica cultori dei temi della dottrina sociale cristiana.                                                                                                                                                          Il prossimo appuntamento per la presentazione del volume “Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro” è fissato per lunedì 23 dicembre pomeriggio a Pieve di Soligo, promosso da “Cultura e società” – Università degli Adulti pievigina.    

Il Vescovo Corrado Pizziolo all’evento per il libro su don Donadel

                                                                    Al centro parrocchiale di Soligo, paese natale del sacerdote                                             Il Vescovo Corrado Pizziolo all’evento per il libro su don Donadel Il volume di Otello Drusian pubblicato da La Piave Editore

“Sono grato a Otello Drusian che con questo suo libro ci ha proposto la figura amata di don Alfonso Donadel, un sacerdote che appartiene a un lungo elenco di presbiteri della diocesi che hanno testimoniato in maniera esemplare con la loro vita la fedeltà al Vangelo e l’amore ai fratelli”.                                                                                                                                         Alla recente presentazione avvenuta presso il centro parrocchiale di Soligo, paese natale di don Donadel, il Vescovo Corrado Pizziolo ha voluto presenziare per tutto il tempo e portare il suo saluto – all’inizio e alla fine dell’incontro - con parole di stima e apprezzamento per il volume pubblicato da La Piave Editore “Umili, Attenti e Devoti. Don Alfonso Donadel parroco di Arzeri”, sacerdote solighese per oltre quarant’anni amatissimo parroco di Arzeri di Campodipietra, in comune di Salgareda.                                                                                                                                                               Un sentimento di affetto e di gratitudine che persiste immutato a vari anni di distanza dalla morte di don Alfonso, avvenuta nel 2004, come ha dimostrato la straordinaria affluenza di persone di ogni età – almeno 500 - alla prima presentazione del libro avvenuta proprio ad Arzeri nelle scorse settimane.                                                                             Di un “libro necessario”, interessante, ben scritto, capace di onorare al meglio la memoria del sacerdote ha scritto nell’introduzione il direttore scientifico dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, patrocinatore della pubblicazione, Marco Zabotti, che ha coordinato l’evento pubblico di Soligo, introdotto dai saluti degli assessori di Farra di Soligo, Maria Teresa Bianco – che ha ricordato la sua conoscenza diretta di don Donadel in un viaggio a Lourdes – e di Salgareda, Michele Coiro, che nel parroco di Arzeri ha messo in luce le caratteristiche umane e spirituali insieme da don Camillo e da Santo curato d’Ars.                                                                                                                                                                           Presenti nipoti e pronipoti di don Donadel, il parroco di Soligo, don Brunone De Toffol, ha tracciato un ricordo di don Alfonso legato in particolare alla vicenda dell’alluvione del 1966, ricordando inoltre il gran numero di coloro che ricorrevano alla guida pastorale di Arzeri per le benedizioni in tante circostanze della vita.                                                                       Preziose memorie personali e familiari di don Donadel hanno quindi intessuto i racconti in sala del solighese Giovanni Bottega e del parrocchiano di Arzeri Franco Fantuzzo, mentre l’editore Renzo Martin ha manifestato la soddisfazione per l’uscita del libro di Drusian, evidenziando la “mission” dell’azienda di Ponte di Piave rivolta in particolare alla valorizzazione di scrittori e di storie locali.                                                         L’autore del volume, Otello Drusian, ha espresso i suoi sentimenti di profonda riconoscenza a tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione dell’opera, nella quale risultano condensati aneddoti, racconti e testimonianze di tanti parrocchiani di Arzeri che hanno aperto letteralmente le porte delle loro case per favorire nei colloqui familiari la ricerca puntuale di fonti e notizie da parte dello stesso Drusian. Ricordando la bellezza dell’esperienza di vita personale, sacerdotale e pastorale di don Donadel, l’autore ha anche ringraziato Maria Teresa Tolotto, responsabile dell’archivio e del museo parrocchiale del Duomo di Oderzo, per la sua ricerca storica sull’antica parrocchia di San Lorenzo in Bidoja, oggi scomparsa, al centro della seconda parte del volume appena edito.                                                                        A conclusione, il parroco don Brunone ha presieduto nel centro parrocchiale la messa prefestiva della comunità di Soligo, nella quale si è pregato in suffragio di don Alfonso Donadel a quindici anni dalla morte.  

“Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro”

Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro” Il nuovo libro di Marco Zabotti, edito dall’AVE di Roma



Un viaggio nella storia personale del grande sociologo ed economista cattolico, ma soprattutto l’indicazione concreta degli elementi di straordinaria attualità del pensiero e dell’azione del docente trevigiano, proclamato beato dalla Chiesa nel 2012. Con il patrocinio dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, è uscito per i tipi dell’editrice AVE di Roma, nella collana “Attraverso”, il volume “Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro” ( p. 192, euro 12), di cui è autore Marco Zabotti, direttore scientifico dello stesso Istituto “Beato Toniolo”. Tra le iniziative realizzate per il Centenario della morte (1918 - 2018), il volume agile ed essenziale presenta in cinque capitoli principali, introduzione e conclusioni i vari aspetti, temi e approfondimenti legati alla figura e all’opera del professore universitario, anche in riferimento alla “Gaudete et exsultate” di papa Francesco.

Cent’anni di futuro ci avvicinano infatti a Giuseppe Toniolo (1845 – 1918), nato a Treviso, vissuto a Pisa e sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo (Tv), il grande economista e sociologo cattolico, autentico modello di santità laicale, proprio quella “della porta accanto” indicata nella recente esortazione apostolica, con cinque elementi costitutivi nel mondo attuale che il beato aveva pienamente realizzato a suo tempo, e che il libro appena edito esamina e propone all’attenzione di tutti. Ecco allora nel nuovo volume il Toniolo ritrovato, la sua lezione di vita esemplare, il suo essere espressione della Marca Trevigiana e del Veneto, in particolare per le radici spirituali e culturali e per il movimento cooperativistico in campo economico che egli ha saputo promuovere e influenzare con il suo pensiero e la sua azione concreta tra fine ‘800 e inizi ‘900. E libro mette in evidenza in un apposito capitolo la proposta di sette vie di un nuovo umanesimo per l’oggi e il futuro della nostra storia, ispirato alla sintesi di fede e di vita, alla genialità creativa, alla libertà e al coraggio di Giuseppe Toniolo, che ha sempre operato per i più alti ideali umani e cristiani, “per una società di santi”.

Marco Zabotti, come detto,è direttore scientifico e vice presidente dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”. Nato e residente a Pieve di Soligo, è laureato in giurisprudenza, giornalista e autore di testi e pubblicazioni di cultura e società. Sposato con Mariaregina, è papà di Beatrice, Eleonora e Sofia. Già responsabile diocesano dell’Azione Cattolica di Vittorio Veneto, è direttore del periodico AC “Il Nostro Impegno”. Ha svolto ruoli istituzionali elettivi alla Regione Veneto e alla Provincia di Treviso, promuovendo sul territorio reti associative civiche e popolari. Cultore della figura e dell’opera del beato Toniolo, è segretario generale aggiunto del Comitato nazionale per le celebrazioni del Centenario.

Testimoni. Con Toniolo nella democrazia prevale il sociale

Marco Zabotti sabato 6 ottobre 2018

L’intellettuale pisano, di cui cade il centenario della morte, seppe proporre e realizzare l’idea di un modello di società civile, cristianamente ispirato e fondato sul primato della sussidiarietà

Un ritratto di Giuseppe Toniolo nel Duomo di Pieve di Soligo (Boato)

Pubblichiamo alcuni brani tratti dal libro di Marco Zabotti Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro edito da Ave (pagine 194, euro 12), in uscita in occasione del centenario della morte del beato Toniolo. Oggi e domani a Pieve di Soligo (Treviso) si tiene la celebrazione del centenario della morte del beato Giuseppe Toniolo. Oggi alle ore 11 la cerimonia di intitolazione a Toniolo dell’Istituto Comprensivo di Pieve di Soligo alla presenza delle autorità e del vescovo Corrado Pizziolo. Alle 17.30 apertura dell’incontro diocesano giovani “Spirit Happening” al patronato Careni. Alle 20.45, al Teatro Careni di via Marconi, la cerimonia finale del Premio Giuseppe Toniolo 2018, III edizione, sul tema Pace e cooperazione internazionale: il grande sogno di Giuseppe Toniolo, l’impegno quotidiano di uomini e donne di buona volontà con l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sulla lezione di vita del beato Toniolo. Domani, alle ore 11, il cardinale Bassetti presiederà la Messa solenne in Duomo, concelebranti il cardinale Stella, il vescovo Pizziolo e i sacerdoti.

Giuseppe Toniolo va riscoperto e declinato al futuro anche per la lucidità, la passione e la lungimiranza con le quali ha saputo proporre e realizzare in concreto la visione di un modello di organizzazione sociale, cristianamente ispirato e fondato sul primato della sussidiarietà, che aveva animato e contraddistinto il suo impegno sin dalla nascita della Società Cattolica per gli studi sociali, a Padova nel 1894. Per il docente pisano la democrazia cristiana è quell’ordinamento civile nel quale tutte le le forze sociali, giuridiche ed economiche, nella pienezza del loro sviluppo gerarchico, cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell’ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori. In questa definizione si coglie la volontà tonioliana di delineare una sorta di piattaforma comune per l’azione sociale dei cattolici italiani, soprattutto dal punto di vista educativo e della sensibilità verso temi spinosi come la promozione dei più deboli, che erano allora le classi lavoratrici, ad esempio attraverso la proposta di unioni professionali semplici a carattere di rappresentanza e tutela dei diritti. La vera democrazia, cristianamente ispirata, è dunque per Toniolo un “ordinamento civile”, non politico. E a meglio definirla, a renderla ricca e vitale nei contenuti, debbono aggiungersi altri elementi: l’interclassismo; il ruolo chiave dei “corpi intermedi”; il concetto di diritto coniugato con quello di dovere. Su questo punto in particolare spiegava che l’ordine sociale, così, prima che sul diritto, è fondato sul dovere in tutte le sue applicazioni e relazioni. Egli parla di un «triplice dovere»: dovere «di religione verso Dio», «di giustizia verso di sé e dei simili» e «di carità». L’ordine sociale, cioè, non è vagamente ispirato, ma «fondato» sul dovere. Ancora, nel pensiero tonioliano erano posti in rilievo la difesa dell’idea di libertà personale e privata; l’integrazione tra giustizia commutativa e distributiva; la forte caratterizzazione di valori spirituali. In questo senso, si può parlare di una teoria del primato del “sociale” sul “politico”: lo Stato è al servizio della persona e della società, non viceversa, e nella concezione tonioliana esso è radicalmente alternativo a ogni forma di istituzione assoluta dominante, autoritaria e centralista. Il modello effettivo è quello di riconoscere, tutelare, integrare la vita sociale, rispettando tutte le varie autonomie sociali a partire dalla famiglia, proprio perché la società viene considerata «un sistema di gruppi naturali e storici, gerarchicamente sovrapposti e coordinati ad unità». Ne deriva di conseguenza che lo Stato, in campo economico, ha solo una funzione suppletiva o sussidiaria. È legittimo il suo intervento quando si sperimenti l’insufficienza delle energie individuali e collettive. Di qui l’eccezionale valorizzazione delle società intermedie, dei gruppi, delle associazioni professionali, delle autonomie territoriali come il Comune e la Provincia. Lo Stato, pertanto, deve tutelare e promuovere sul piano del diritto e della legislazione la libertà, l’iniziativa privata, la soggettività e la naturale forza espansiva della società. In sintesi, Toniolo ha il merito di aver posto la questione dei cattolici non in senso prettamente polemico, conflittuale e rivendicativo nei confronti dello Stato unitario, ma di aver aperto la prospettiva di un percorso positivo e dialogico, declinato ad affrontare le questioni sociali del tempo. Il suo concetto di democrazia cristiana è collegato alla dimensione civile, non politica, e la società articolata in gruppi naturali, a partire dalla famiglia, viene considerata un “prima” e “oltre” rispetto allo Stato, secondo la concezione della sussidiarietà in capo alla dottrina sociale della Chiesa oggi consacrata anche negli articoli della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana. Il principio di sussidiarietà può quindi essere visto sotto un duplice aspetto: in senso verticale, la ripartizione gerarchica delle competenze deve essere spostata verso gli enti più vicini al cittadino e, quindi, più vicini ai bisogni del territorio; in senso orizzontale, invece, il cittadino, sia come singolo sia attraverso le formazioni sociali, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà di comunità a lui più vicine. Ecco il Toniolo anticipatore, che fa risuonare le corde autentiche della promozione del bene comune, quelle legate ai corpi intermedi, alle articolazioni territoriali, al protagonismo della società civile, questioni spesso al centro del dibattito politico – basti pensare al tema del federalismo, delle autonomie, della riforma del titolo V della Costituzione – e che da anni segnano il contributo di esperienze e di proposte del mondo cattolico organizzato rispetto alle dinamiche culturali, sociali ed economiche del nostro Paese. E oggi parole come “democrazia”, anche cristianamente ispirata, vanno sicuramente riprese e rimesse a tema nei percorsi di cittadinanza, sia per gli aspetti formali e istituzionali come per quelli sostanziali, con più convinzione, senso del cammino compiuto, del prezzo pagato per la libertà dalle generazioni passate, delle conquiste e dei traguardi raggiunti, del valore della partecipazione. Inoltre, sono valori e concetti da declinare con rinnovata convinzione e particolare vigore ed efficacia proprio di fronte alla rassegnazione, al distacco, alla sfiducia verso la cosa pubblica, all’astensionismo divenuto segnale diffuso di stanchezza, rifiuto e protesta rispetto alla politica che non piace e non viene considerata utile. Studiare meglio Giuseppe Toniolo, oggi, significa andare alle radici di questo pensiero e di questa progettualità in campo civile, pienamente validi e attuali.