Testimoni. Con Toniolo nella democrazia prevale il sociale

Marco Zabotti sabato 6 ottobre 2018

L’intellettuale pisano, di cui cade il centenario della morte, seppe proporre e realizzare l’idea di un modello di società civile, cristianamente ispirato e fondato sul primato della sussidiarietà

Un ritratto di Giuseppe Toniolo nel Duomo di Pieve di Soligo (Boato)

Pubblichiamo alcuni brani tratti dal libro di Marco Zabotti Giuseppe Toniolo. Nella storia il futuro edito da Ave (pagine 194, euro 12), in uscita in occasione del centenario della morte del beato Toniolo. Oggi e domani a Pieve di Soligo (Treviso) si tiene la celebrazione del centenario della morte del beato Giuseppe Toniolo. Oggi alle ore 11 la cerimonia di intitolazione a Toniolo dell’Istituto Comprensivo di Pieve di Soligo alla presenza delle autorità e del vescovo Corrado Pizziolo. Alle 17.30 apertura dell’incontro diocesano giovani “Spirit Happening” al patronato Careni. Alle 20.45, al Teatro Careni di via Marconi, la cerimonia finale del Premio Giuseppe Toniolo 2018, III edizione, sul tema Pace e cooperazione internazionale: il grande sogno di Giuseppe Toniolo, l’impegno quotidiano di uomini e donne di buona volontà con l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sulla lezione di vita del beato Toniolo. Domani, alle ore 11, il cardinale Bassetti presiederà la Messa solenne in Duomo, concelebranti il cardinale Stella, il vescovo Pizziolo e i sacerdoti.

Giuseppe Toniolo va riscoperto e declinato al futuro anche per la lucidità, la passione e la lungimiranza con le quali ha saputo proporre e realizzare in concreto la visione di un modello di organizzazione sociale, cristianamente ispirato e fondato sul primato della sussidiarietà, che aveva animato e contraddistinto il suo impegno sin dalla nascita della Società Cattolica per gli studi sociali, a Padova nel 1894. Per il docente pisano la democrazia cristiana è quell’ordinamento civile nel quale tutte le le forze sociali, giuridiche ed economiche, nella pienezza del loro sviluppo gerarchico, cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell’ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori. In questa definizione si coglie la volontà tonioliana di delineare una sorta di piattaforma comune per l’azione sociale dei cattolici italiani, soprattutto dal punto di vista educativo e della sensibilità verso temi spinosi come la promozione dei più deboli, che erano allora le classi lavoratrici, ad esempio attraverso la proposta di unioni professionali semplici a carattere di rappresentanza e tutela dei diritti. La vera democrazia, cristianamente ispirata, è dunque per Toniolo un “ordinamento civile”, non politico. E a meglio definirla, a renderla ricca e vitale nei contenuti, debbono aggiungersi altri elementi: l’interclassismo; il ruolo chiave dei “corpi intermedi”; il concetto di diritto coniugato con quello di dovere. Su questo punto in particolare spiegava che l’ordine sociale, così, prima che sul diritto, è fondato sul dovere in tutte le sue applicazioni e relazioni. Egli parla di un «triplice dovere»: dovere «di religione verso Dio», «di giustizia verso di sé e dei simili» e «di carità». L’ordine sociale, cioè, non è vagamente ispirato, ma «fondato» sul dovere. Ancora, nel pensiero tonioliano erano posti in rilievo la difesa dell’idea di libertà personale e privata; l’integrazione tra giustizia commutativa e distributiva; la forte caratterizzazione di valori spirituali. In questo senso, si può parlare di una teoria del primato del “sociale” sul “politico”: lo Stato è al servizio della persona e della società, non viceversa, e nella concezione tonioliana esso è radicalmente alternativo a ogni forma di istituzione assoluta dominante, autoritaria e centralista. Il modello effettivo è quello di riconoscere, tutelare, integrare la vita sociale, rispettando tutte le varie autonomie sociali a partire dalla famiglia, proprio perché la società viene considerata «un sistema di gruppi naturali e storici, gerarchicamente sovrapposti e coordinati ad unità». Ne deriva di conseguenza che lo Stato, in campo economico, ha solo una funzione suppletiva o sussidiaria. È legittimo il suo intervento quando si sperimenti l’insufficienza delle energie individuali e collettive. Di qui l’eccezionale valorizzazione delle società intermedie, dei gruppi, delle associazioni professionali, delle autonomie territoriali come il Comune e la Provincia. Lo Stato, pertanto, deve tutelare e promuovere sul piano del diritto e della legislazione la libertà, l’iniziativa privata, la soggettività e la naturale forza espansiva della società. In sintesi, Toniolo ha il merito di aver posto la questione dei cattolici non in senso prettamente polemico, conflittuale e rivendicativo nei confronti dello Stato unitario, ma di aver aperto la prospettiva di un percorso positivo e dialogico, declinato ad affrontare le questioni sociali del tempo. Il suo concetto di democrazia cristiana è collegato alla dimensione civile, non politica, e la società articolata in gruppi naturali, a partire dalla famiglia, viene considerata un “prima” e “oltre” rispetto allo Stato, secondo la concezione della sussidiarietà in capo alla dottrina sociale della Chiesa oggi consacrata anche negli articoli della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana. Il principio di sussidiarietà può quindi essere visto sotto un duplice aspetto: in senso verticale, la ripartizione gerarchica delle competenze deve essere spostata verso gli enti più vicini al cittadino e, quindi, più vicini ai bisogni del territorio; in senso orizzontale, invece, il cittadino, sia come singolo sia attraverso le formazioni sociali, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà di comunità a lui più vicine. Ecco il Toniolo anticipatore, che fa risuonare le corde autentiche della promozione del bene comune, quelle legate ai corpi intermedi, alle articolazioni territoriali, al protagonismo della società civile, questioni spesso al centro del dibattito politico – basti pensare al tema del federalismo, delle autonomie, della riforma del titolo V della Costituzione – e che da anni segnano il contributo di esperienze e di proposte del mondo cattolico organizzato rispetto alle dinamiche culturali, sociali ed economiche del nostro Paese. E oggi parole come “democrazia”, anche cristianamente ispirata, vanno sicuramente riprese e rimesse a tema nei percorsi di cittadinanza, sia per gli aspetti formali e istituzionali come per quelli sostanziali, con più convinzione, senso del cammino compiuto, del prezzo pagato per la libertà dalle generazioni passate, delle conquiste e dei traguardi raggiunti, del valore della partecipazione. Inoltre, sono valori e concetti da declinare con rinnovata convinzione e particolare vigore ed efficacia proprio di fronte alla rassegnazione, al distacco, alla sfiducia verso la cosa pubblica, all’astensionismo divenuto segnale diffuso di stanchezza, rifiuto e protesta rispetto alla politica che non piace e non viene considerata utile. Studiare meglio Giuseppe Toniolo, oggi, significa andare alle radici di questo pensiero e di questa progettualità in campo civile, pienamente validi e attuali.