TONIOLO E STURZO, IL FUTURO E' ARRIVATO

“Il futuro è arrivato”, scrive il prof. Marco Vitale nella sua prefazione al prezioso  libro di Giovanni Palladino “Don Luigi Sturzo – Maestro di verità e libertà”. Davvero.                        Se per la beatificazione di Giuseppe Toniolo nell’aprile 2012 si era parlato di un fatto “provvidenziale” rispetto ai temi della società e dell’economia italiana, per quanto riguarda don Sturzo la conclusione a Roma della fase diocesana del processo per la beatificazione e canonizzazione e il rilievo ecclesiale delle straordinarie virtù del sacerdote siciliano, senatore a vita, rimettono al centro del dibattito pubblico la vicenda della politica d’ispirazione cristiana nel nostro Paese.                                                    “Un segno dei tempi”, si potrebbe dire, eloquente, lungamente atteso e sperato, che in questo fine 2017 illumina la storia più alta dell’impegno dei cattolici al servizio della comunità nazionale, e proietta nella vita di oggi e nel futuro l’immagine di una personalità da assumere a modello e fonte di ispirazione per il bene comune.

Toniolo e Sturzo  si erano conosciuti al loro tempo, e le assidue frequentazioni culturali avevano fatto nascere un profondo, reciproco sentimento di stima e di ammirazione. Sensibilità diverse, accenti di pensiero divergenti su qualche  punto della loro speculazione sociologica ed economica? Sicuramente.                              Tutto comprensibile, e quasi ovvio, alla luce della complessità e vastità della visione di pensiero dei due grandi interpreti della storia del movimento cattolico nazionale, ma anche della diversa provenienza e delle differenti esperienze vissute.                 Oggi però contano il messaggio d’insieme, l’unità e la forza di quello che ci viene trasmesso, la ricchezza di valori e di azioni che accomuna il profilo esemplare dei due illustri protagonisti.                                                                                                            

Sì, perché il futuro tonioliano e sturziano che abbiamo desiderato in tanti in un recente passato, fatto di ricerca, incontri, studi, pubblicazioni e comunicazione, animato da passione, pazienza e dedizione, proiettato a costruire relazioni e fare reti virtuose di persone e di buone volontà, appare oggi in tutta la sua verità, nella sua concreta possibilità, nel riconoscimento di una grandezza ideale, morale, vitale che sono garanzie e premesse per una nuova stagione, per un nuovo inizio, anche nella sfera del servizio politico, per i “liberi e forti”.                                                                                                                                                         “Noi vogliamo”, scriveva il professor Toniolo ne “Il programma sociale della democrazia cristiana” apparso per la prima volta nel 1899 in ”Il popolo italiano”.            In particolare, “la rappresentanza proporzionale dei partiti nei Consigli dei Comuni e della nazione”, “il referendum e il diritto d’iniziativa popolare”, “una legislazione efficacemente protettiva del lavoro”, “una seria tutela ed un efficace sviluppo delle classi e degli interessi agricoli, industriali, commerciali, dell’istruzione professionale popolare, delle istituzioni cooperative”, “una forte diminuzione progressiva delle spese militari e degli altri oneri pubblici”, ed “economie in tutti i servizi improduttivi della burocrazia amministrativa” . Ancora, questo “noi vogliamo” del Beato trevigiano – docente per quarant’anni a Pisa, sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo (Tv) e per il quale è avviato il programma delle celebrazioni per il centenario della morte (1918 – 2018) -  risuonava come una sorta di litania civile con l’obiettivo di realizzare “una riforma tributaria conforme alle esigenze della giustizia distributiva e il sollievo dell’attuale esauriente regime fiscale”, “la repressione dell’usura, dei giochi di borsa, e delle speculazioni capitalistiche improduttive e dannose alla società”, “la tutela delle libertà civili e politiche”, addirittura “il disarmo generale progressivo”.                                  

Temi attualissimi, istanze ancora ben presenti nella società italiana, idee guida per un programma cristianamente ispirato e capace di confrontarsi con la modernità. Come le intuizioni di don Sturzo, i saldi principi di tutta la sua esistenza, la sua vicenda municipale e politica diventata più che mai un simbolo, l’icona originale di una storia “popolare” di libertà, di amore alla democrazia, di promozione dell’interesse generale, da declinare nell’oggi e nel domani.                                                                                                                                  Toniolo e Sturzo, ma anche tanti altri, ieri e nel nostro tempo, in vari ambiti e settori, dall’economia alla società civile alle istituzioni, hanno saputo fare sintesi coerente di valori e di proposte, di ideali concreti e di risposte efficaci.                                                                  “Santi” nella loro pienezza di vita umana e cristiana, presenti, attivi, solidali, liberi e forti, al servizio della comunità. Oggi è il tempo favorevole, il futuro è arrivato.