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In ricordo di Pietro Lorenzon

Pietro Lorenzon è stato un figlio autentico della terra del Quartier del Piave, una persona gentile e discreta innamorata della propria comunità di Refrontolo, del territorio, della cultura e della bellezza. Un testimone vero delle radici di una storia, di una identità comune fatta di valori e di ideali, di appartenenza, di sacrificio e di altruismo, di volontariato speso “gratis” per gli altri, senza se e senza ma.                                                                                                                                       A luglio dello scorso anno, rivedo la sua felicità per l’apertura della mostra e la presentazione del volume “Armonie di luci” sul pittore Piero Dalle Ceste, opera realizzata insieme alla figlia Paola e allo storico locale Enrico dall’Anese.                            Un traguardo molto sentito e importante, ma che apriva lo sguardo verso nuove imprese e ricerche, studi e progetti ulteriori di valorizzazione di protagonisti, luoghi e produzioni della “terra matria” a lui tanto cara.                                                                                                                                                   A questo figlio illustre oggi va il nostro pensiero affettuoso e grato, per l’esempio di dedizione, fedeltà, impegno quotidiano, servizio  competente e appassionato in tutti i ruoli amministrativi e associativi in cui la sua intelligenza, le sue capacità e la sua speciale sensibilità sono state messe a disposizione della comunità.                          L’ho ricordato a Fontigo la sera della benedizione del fuoco dei Panevin, durante la manifestazione delle Pro Loco della zona che hanno tributato un commosso omaggio all’amico Pietro sempre presente, questa volta di più, nella stima e nel cuore di tutti.                                                                                                                                         Pietro Lorenzon è stato un padre  generoso della terra del Quartier del Piave, dove ha generato vita, idee, opere, dinamiche associative e iniziative culturali di rilievo e di  spessore. Ha voluto bene alle sue creature, le ha alimentate e sostenute, custodite e curate, le ha accompagnate con umiltà e saggezza, e le ha guidate con l’amore di chi giudica queste realtà “patrimonio vitale e prezioso” per l’intera comunità. Una per tutte, l’Associazione Molinetto della Croda, un “unicum” che è stata la sua vita, da fondatore e da instancabile animatore e presidente. Un amore straordinario, che neppure la tragedia del 2 agosto 2014 poteva scalfire. E infatti, più di ogni altra cosa parlano la sua azione per far rinascere l’antico mulino devastato dalla furia delle acque, e quella foto che lo ritrae al lavoro poche ore dopo la tragedia, scavando nel fango e tra i detriti, vincendo il dolore e la tristezza, e rigenerando ancora una volta vita e speranza.  Addio Pietro, la terra ti sia lieve.