Il tempo delle scelte su famiglia e adozioni

In questi giorni di polemiche parlamentari e nastri arcobaleno sul discusso pdl Cirinnà, mi riconosco pienamente nelle parole equilibrate ed autorevoli del presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli.                                                                          In una recente intervista sul quotidiano Avvenire,  egli afferma testualmente:          ”La strada è quella segnata dalla Corte Costituzionale. Le unioni civili sono una formazione sociale con fondamento solidaristico-affettivo che va tutelata, ma in modo diverso e distinto dal matrimonio. Con una disciplina puntuale, senza continui rinvii al diritto di famiglia. Poi sull’adozione c’è da decidere da che parte si sta. Se dalla parte della coppia che vuole un bambino o dalla parte del bambino. Se facciamo la scelta giusta la soluzione è facile”. Non esito a dire che auspico ancora scelte e procedure intelligenti e non divisive nelle aule del Senato, che non legittimino unioni simili a matrimoni, non concedano il diritto di adozione alle coppie omosessuali e contrastino in maniera decisa ed effettiva la prassi  dell’utero in affitto.  Mi appello alla libertà di coscienza e alla coerenza sui valori essenziali in particolare dei parlamentari d’ispirazione cristiana, e faccio riferimento alle giuste istanze espresse dal mondo cattolico, dal popolo del Family Day convocatosi a Roma il 30 gennaio u.s. e da tanti esponenti della cultura laica che hanno sollecitato un intervento legislativo conforme alla Costituzione, al bene della famiglia naturale e all’interesse supremo dei figli a crescere in un ambiente educativo equilibrato con mamma e papà.