Beato Caburlotto, una santità veneta per il nostro tempo

A seguire la mia testimonianza sulla cerimonia di beatificazione svoltasi a Venezia, con un intervento pubblicato sul periodico “In dialogo” e il settimanale diocesano “L’Azione”:

“Nello splendido scenario di piazza San Marco, nella “sua” Venezia”, don Luigi Caburlotto è stato proclamato Beato dalla Chiesa e annoverato tra le figure esemplari della comunità cristiana.

La celebrazione eucaristica di sabato 16 maggio è stata una liturgia solenne e partecipata, corale e festosa, davvero una “buona notizia” per la dinamica ecclesiale, e anche civile, della società veneta del nostro tempo, un’espressione vitale di valori e azioni coerenti al servizio dell’uomo, radicata nella storia ma capace di modernità e di futuro.

Diventa beato il sacerdote don Luigi, parroco, educatore, fondatore delle Figlie di San Giuseppe, fedele alla sua vocazione presbiterale ed esemplare nei contenuti e nello stile della sua missione “ad gentes”, in particolare quale “eminente educatore dei giovani e apostolo infaticabile della carità”,  così come ha ricordato Papa Francesco. E’ la conferma della verità di un modello di santità sacerdotale umile e buono, attento e generoso, spirituale e concreto, vicino alle sofferenze e alle speranze dell’umanità, di pastore “con l’odore delle pecore”, del gregge che gli è affidato.

Nella folla dei fedeli che hanno partecipato al rito è risaltato un altro aspetto importante legato alla figura e all’opera del Beato Caburlotto: la sua capacità di generare comunione, di unire realtà, vocazioni e generazioni diverse, l’aver creato una nuova congregazione religiosa femminile - oggi diffusa in vari continenti - e al tempo stesso aver posto le basi per una istituzione educativa stimata e animata anche dai cristiani laici. Tutto questo era ben visibile nella diversità e complementarietà delle presenze al rito della beatificazione, nella preghiera comune e corale di sacerdoti, religiose e laici, di docenti, allievi e familiari, di amici dell’Istituto e di rappresentanti delle amministrazioni locali. Ecco l’insegnamento paolino del “gareggiare nello stimarsi a vicenda”, grazie al carisma di un fondatore votato all’umiltà e alla carità verso tutti.

Infine, il grande tema sempre attuale della “santità”, della misura alta della vita cristiana, della pienezza della propria vocazione in Dio, come sottolineato in particolare dal Patriarca Francesco Moraglia  nel suo intervento finale di saluto e ringraziamento.                                                                        La beatificazione di un sacerdote figlio esemplare della terra veneta, espressione autentica di un cattolicesimo ricco di fede e di opere, ripropone a tutta la comunità ecclesiale la questione essenziale  dell’essere “santi” nel nostro tempo, ciascuno secondo la propria vocazione, attingendo ad un patrimonio straordinario di spiritualità e di storie personali del nostro territorio - come si impegna a fare in diocesi ad esempio il percorso culturale “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” - , e cercando di declinare nel tempo presente il nucleo centrale del messaggio evangelico.                                                                            Per essere ognuno “sale saporoso” e testimone credibile di un nuovo umanesimo”.