“Abita la terra e vivi con fede”, anche nell’impegno sociale e politico CRISTIANI E CITTADINI, PER IL BENE COMUNE

Il titolo del convegno ecclesiale diocesano rappresenta già un’esortazione, un invito ad essere presenti, consapevoli e attivi, come cristiani laici, anche nella dimensione dell’impegno sociale e politico. “Abita la terra e vivi con fede”, in questo tempo, nell’oggi della storia, stagione favorevole, proprio quella che ci è stata donata, nella comunità di persone e di ambienti nei quali siamo chiamati a vivere. In pratica, una sollecitazione cordiale e corale a non concedere spazio a nostalgie e rimpianti, a stanchezze e lamentazioni, a tentazioni di rifugio nel privato e di delega in bianco che troppo spesso serpeggiano anche nei settori più qualificati del mondo cattolico organizzato. Sì, perché la crisi colpisce tutti, anche i credenti, e rischia di fiaccare gli animi più limpidi e generosi, di generare paure e disimpegni, veri peccati di omissione. Non possiamo cedere a tutto questo, come cristiani e come cittadini, e nello specifico come aderenti di Azione Cattolica, proprio nel momento in cui si avvertono segnali importanti di un risveglio dei cattolici italiani rispetto alle grandi questioni del bene comune e del futuro del Paese, e proprio nella fase in cui le gravi difficoltà di ordine economico, sociale e istituzionale vissute dagli italiani richiedono una risposta qualificata, credibile, seria ed efficace da parte della politica nazionale e locale. UN’AGENDA DI SPERANZA….. Era già nelle conclusioni della 46ma Settimana Sociale dei cattolici italiani svoltasi a Reggio Calabria nell’ottobre 2010, come anima, fondamento e prospettiva dei dieci punti concreti di programma proposti a sintesi dei lavori: il senso di una agenda, di un complesso di azioni, di doverose azioni per il bene del Paese da compiere con la virtù teologale della speranza. Infatti, noi non possiamo affliggerci come coloro che non hanno speranza, i cattolici non possono essere sedotti e lusingati dai tanti attuali profeti di sventura e pessimismo che fanno parlare di se stessi in tante cronache quotidiane dei tempi della crisi, i soci di Azione Cattolica non possono in alcun modo essere vinti dalla tentazione di contemplare e giudicare soltanto le molte cose che non vanno e di dare corso alla pur legittima indignazione per il triste spettacolo di tanta società malata e cattiva politica, senza però agire per costruire e migliorare. Certo, ci sono stati anni di dissipazioni, ritardi, incoerenze, disimpegni, specialmente nell’ambito della formazione alla vita politica, e tanti cristiani non hanno certo brillato per vivacità e dato ottima prova di sé nei vari partiti e schieramenti della loro militanza. Oggi però si avvertono i segnali di una riflessione finalmente alta sul ruolo dei cattolici in ambito sociale e politico, così come le idee, gli apporti e il dibattito di tanti autorevoli protagonisti sui temi della Dottrina sociale della Chiesa e sul fecondo magistero dei Pastori rivestono un’importanza sempre più accentuata e riconosciuta anche a livello comunicativo e mediatico, mentre le iniziative culturali e l’operosità di sigle e movimenti dell’area cattolica di associazioni e movimenti fanno ben sperare per il futuro. E la stessa vicenda del convegno recente di Todi, che ha generato tante altri appuntamenti importanti, ha proposto la sostanza e l’immagine di donne e uomini riuniti nel segno della stima reciproca, del dialogo concreto, della dedizione e della cura generosa per i destini di un Paese che tutti amiamo, nel segno dell’ispirazione cristiana, della sana laicità, dell’autonomia di pensiero e di azione. Ecco la buona notizia: in questa Nazione che sente il bisogno di “purificare l’aria” e sta faticosamente cercando nuove strade di sviluppo, giustizia e coesione sociale, oltre la grave crisi morale, economica e politica che attanaglia e inquieta, esiste ancora un patrimonio di popolo capace di idee, di progetti e di opere di bene, non pessimista e rassegnato ma ogni giorno capace di speranza e di futuro, di amore e di vita vissuta in tutti gli ambienti, offrendo il volto di una Chiesa credibile di fede e di valori, “esperta in umanità”. … CON L’AZIONE CATTOLICA….. In questa stagione così importante e delicata per il futuro della vita sociale e politica delle nostre comunità e dell’intero Paese, la nostra adesione personale all’Azione Cattolica deve perciò ritrovare pienezza di significati e chiarezza di obiettivi e di stile, proprio in linea e in sintonia con le finalità del “convenire” ecclesiale della diocesi vittoriese. Infatti, aderenti e responsabili di A. C., che sono cristiani e cittadini al servizio della Chiesa e del Paese, vanno aiutati a riscoprire il senso e il gusto della formazione alla dimensione completa e unitaria della laicità cristiana, nella sintesi fra “terra “ e “fede” che guarda in particolare alla politica come “la più alta attività umana nell’ordine temporale”(Lazzati), la “trama delicata delle azioni pubbliche e private volte al bene comune” (Moro), “forma esigente della carità cristiana” (Paolo VI). Ancora e sempre Azione Cattolica, dunque: una grande scuola di spiritualità, di partecipazione, di cultura alimentata alle sorgenti della Dottrina sociale della Chiesa, di democrazia, per la formazione di cristiani laici chiamati anche all’impegno personale e diretto, libero, autonomo e distinto, in tutte le espressioni della vita civile, sociale, amministrativa e politica del territorio. Si badi bene: cittadini, innanzitutto, capaci di essere consapevoli di diritti e doveri, amanti della legalità e dell’autentico bene comune, attivi nella dimensione dell’interesse e del servizio verso la propria comunità, credibili, esigenti e sinceri nella scelta elettorale e nella verifica continua dell’azione dei propri rappresentanti. Un’associazione unitaria, che educa ed integra generazioni e sensibilità diverse, che vive la “terra” di prossimità e al tempo stesso promuove la dimensione fondamentale di articolazione e visione territoriale, regionale e nazionale, quanto mai necessaria al tempo d’oggi. Un’A. C. che a partire dal livello diocesano ha già avviato una nuova fase di attenzione, ascolto, dialogo e confronto con le persone aderenti impegnate direttamente in campo sociale e politico, un’azione importante e manifesta di stima, sostegno e vicinanza che sicuramente potrà essere confermata e consolidata in futuro. Sì, perché la testimonianza in solitudine non fa bene alle persone, e nemmeno alla politica, per cui servono luoghi e strumenti, occasioni e momenti nei quali possa emergere il senso profondo di una amicizia vera, di un sentire associativo in sintonia con gli ideali, i valori, le attese e le esperienze vissute dei soci A.C. impegnati nella vita quotidiana della politica e delle istituzioni …. SULL’ESEMPIO DI GIUSEPPE TONIOLO E ormai a pochi mesi dalla solenne beatificazione del Servo di Dio Giuseppe Toniolo, non potremmo proporre un “testimonial” migliore di questi percorsi rinnovati in campo sociale e politico, proprio per la “laicità” esemplare della sua opera che ha abitato la terra e vissuto la fede, nella duplice fedeltà a Dio e all’uomo che il grande economista e sociologo cattolico ha saputo realizzare nella sua vicenda quotidiana di sposo e padre, docente universitario, studioso e leader del movimento cattolico europeo tra fine ‘800 e inizi del ‘900. Perché ha ragione chi dice che Toniolo ha “inventato” un modello di santità “conciliare” ben prima della celebrazione del Concilio Vaticano II, nella sua fedeltà alla sequela di Cristo e all’impegno ad una presenza attiva nella storia, propria di chi da cristiano laico tratta le cose temporali e le ordina secondo Dio. Una chiara luce dall’Alto, una forte testimonianza dal basso, abitando la terra e vivendo la fede. E’ questa la laicità cristiana di cui si avverte oggi un’esigenza vitale nella società civile e nelle istituzioni, permeata di Dio ma inserita nel proprio tempo, creativa, autentica, comunicativa, virtuosa, di una speranza indomita, che risponde “obbediente in piedi”, non è clericale e non accetta confusioni di ruoli, dà e chiede amore per tutti e per ciascuno. E proprio in virtù del suo essere “nel mondo ma non del mondo”, essa riesce a coniugare spiritualità e competenza professionale, famiglia e lavoro, impegno ecclesiale e servizio alla comunità, con la carità vissuta dentro l’esperienza della vita di ogni giorno. Ecco, la speranza creativa, la santità laicale di Giuseppe Toniolo diventano per noi modello di azione, per un nuovo progetto culturale dei cattolici italiani, un recupero di impegno, di studio e di proposta in campo sociale e politico, una capacità ritrovata e rinnovata di tradurre in opere concrete la doverosa libertà di iniziativa dei cristiani laici ispirati agli orientamenti del Magistero ecclesiale. E proprio alla luce del messaggio tonioliano, per noi oggi serve cambiare profondamente lo stile, l’approccio, la disponibilità verso la comunità, manifestando con chiarezza competenza e gratuità, dedizione e sincera disponibilità verso tutti, ritornando a praticare , nella vita personale e comunitaria, e specialmente in politica, le virtù cardinali della prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, i pilastri di una esistenza serena e generosa. Marco Zabotti