La mobilitazione generale nella Marca ha ottenuto un primo risultato significativo, ossia la sospensione dei provvedimenti di annunciata chiusura di una quindicina di uffici postali del territorio il prossimo 15 aprile.
In questo senso, avevamo espresso la nostra solidarietà con la campagna in atto contro i tagli e il nostro sostegno a tutte le iniziative intraprese contro l’annunciata chiusura delle sedi, in una provincia di Treviso che alla fine risultava essere la più penalizzata in Veneto per le decisioni assunte da Poste Italiane. E avevamo chiesto ufficialmente che l’Ente Provincia si schierasse ufficialmente al fianco dei sindaci, dei parlamentari, dei sindacati e di tutti i soggetti oggi impegnati per la salvaguardia di presidi essenziali sul territorio in termini di servizi agli utenti e di socialità, con inevitabili disagi in termini di accesso a servizi fondamentali garantiti in quelle sedi, ma anche di impoverimento delle comunità per effetto dell’eliminazione di storiche sedi di incontri, relazioni e punti di riferimento di frazioni e località delle popolazioni di Marca.
“Le razionalizzazioni e i nuovi corsi aziendali non possono far venir meno la “mission” principale delle Poste, legata ai servizi tradizionali della corrispondenza e dei pagamenti di persone, famiglie e aziende - avevamo osservato - soprattutto nei centri abitati di frazioni comunali dove gli uffici postali rappresentano ancora un fattore insostituibile di coesione sociale e di immediato accesso alle pratiche, specie per gli anziani, evitando le difficoltà logistiche delle code nei centri maggiori e delle sedi lontane più difficili da raggiungere”.
Per questa ragione avevo condiviso e sottoscritto un ordine del giorno presentato in Provincia e che è stato votato all’unanimità nella seduta del consiglio provinciale di mercoledì 11 marzo, con il quale si invitano il presidente e la giunta provinciale ad adoperarsi presso Poste Italiane spa per scongiurare l’ipotesi di soppressione degli uffici postali, lavorando in sinergia con i comuni, i sindacati e gli altri soggetti sociali ed istituzionali oggi mobilitati sul territorio. E nella stessa mattinata dell’11 marzo ho presenziato a Scomigo di Conegliano al presidio organizzato dalle forze sindacali e sociali, insieme all’amministrazione comunale, con la richiesta molto forte - sostenuta da tanti cittadini accorsi per l’evento - di non procedere alla chiusura dell’ufficio postale della frazione.
I gravi fatti di cronaca degli ultimi giorni, culminati nella morte di un rapinatore in provincia di Vicenza, e lo stillicidio di episodi di delinquenza e criminalità ai danni di privati, banche, aziende nella Marca e un po’ in tutto il Veneto, con aggressioni, pestaggi, furti ed azioni a mano armata, rilanciano con forza l’allarme sicurezza nella nostra Regione. Servono interventi immediati, richiesti a gran voce dai sindaci e dai territori, che possano garantire più uomini e mezzi di contrasto ad un fenomeno davvero preoccupante. Non possiamo consentire che la difesa dalla criminalità possa essere invocata da cittadini esasperati che vogliono farsi giustizia da sé: occorrono una operatività immediata e ancora più efficace delle forze dell’ordine, e una applicazione rigorosa del diritto penale che ridoni fiducia nello Stato e nell’azione quotidiana dei suoi rappresentanti ai vari livelli.